mercoledì 28 ottobre 2015

San Fele24ore: IUC(IMU-TARI-TASI)/IMI/IMIS: Regolamenti e delibere...

Anno: 2015-Delibere di approvazione delle aliquote-PRIMA RATA IMU 2015 e TASI 2015-Regolamenti e delibere 2012/2013

LEGGI TUTTO IUC: IMU TASI - Regolamenti e delibere aliquote/tariffe (PUBBLICATE IL 5 OTTOBRE 2015)
Nel dettaglio dal sito web Ministero Finanze
TARI 2015
TASI 2015
IMU 2015
Focus online cosa ne pensate  dell' UFFICIO TRIBUTI? ditelo a movimentopensionati@iuniscuola.it 

N.B. Non ci sono regolamenti relativi all'anno 2015.


PRIMA RATA IMU 2015 e TASI 2015
Il versamento della prima rata dell'IMU 2015 e della prima rata della TASI 2015 deve essere effettuato entro il 16 giugno 2015 sulla base dei regolamenti e delle delibere di determinazione delle aliquote applicabili, con riferimento a ciascuno dei due tributi, per l'anno 2014.
San Fele24ore: IUC(IMU-TARI-TASI)/IMI/IMIS: Regolamenti e deliber...: Anno: 2015- Delibere di approvazione delle aliquote- PRIMA RATA IMU 2015 e TASI 2015-Regolamenti e delibere 2012/2013 LEGGI TUTTO   IUC...

martedì 27 ottobre 2015

TASI abolita: vantaggi per dirigenti e imprenditori


Abolizione TASI per il 78% delle famiglie italiane: più vantaggi per dirigenti, imprenditori e pensionati, che presentano l'incidenza più elevata di prime case di proprietà.

Il 17,4% dei contribuenti che non pagano più la TASI nel 2016, grazie alla misura su IMU-TASI contenuta nella Legge di Stabilità 2016, è costituito da famiglie di dirigenti,imprenditori e lavoratori autonomi. La restante percentuale (82,6%) dei proprietari di prima casa sono pensionati (43,7%), operai (17,4%), impiegati (17,9%) e disoccupati (3,6%). Lo rivela una elaborazione dell’Ufficio Studi della CGIA Mestre, secondo cui l’abolizione della tassa sulla prima casa porta vantaggi soprattutto le famiglie di dirigenti, imprenditori e pensionati residenti in Sardegna, Molise e Nordest.

=> Taglio IMU e TASI: costi e risparmihttps://d.agkn.com/pixel/2387/?ct=IT&st=&city=7980&dma=0&zp=20121&bw=4&che=165402771&col=9125885,778011,123807572,296809756,66102785

Entrando nel dettaglio dell’indagine sui bilanci di oltre 8mila famiglie, realizzata ogni 2 anni dalla Banca d’Italia, nella percentuale del 17,4% troviamo:
·         6,2% di lavoratori autonomi;
·         6,2% di dirigenti;
·         5% di imprenditori/liberi professionisti.

=> Scarica l’indagine della CGIA

Tabella 1

Considerando l’incidenza del titolo di godimento dell’abitazione di residenza sul totale delle famiglie con le stesse caratteristiche:
·         i dirigenti sono la tipologia familiare che presenta la percentuale di proprietari di prima abitazione più elevata di tutti (85,3%);
·         gli imprenditori/liberi professionisti proprietari di prime case sono il 76,9%;
·         i pensionati il 76%;
·         gli impiegati il 72,8%;
·         gli autonomi il 67,9%;
·         i disoccupati il 49,3%;
·         gli operai il 47,5%.
Tabella 2

=> Super TASI in vigore nel 2016

In generale, ricorda la CGIA, in Italia:
·         il 67,2% delle famiglie italiane possiede un’abitazione di proprietà;
·         il 10,7% gode dell’abitazione a titolo gratuito o attraverso l’usufrutto;
·         in totale il 78% circa delle famiglie italiane beneficerà dell’abolizione della tassazione sulla prima casa (dat0 al netto di quelle che possiedono una casa di lusso).
A livello territoriale a beneficiare maggiormente dei tagli IMU e TASI saranno i contribuenti della Sardegna e del Molise, dove il 77,1% delle famiglie risiede in un’abitazione dei proprietà.
Tabella 3

mercoledì 7 ottobre 2015

Un sussidio di disoccupazione europeo anti-crisi

Un sussidio di disoccupazione europeo per i paesi colpiti da crisi economica, pari al 40-50% dello stipendio per 6-8 mesi: la proposta all'Eurozona del ministro Padoan.

Un sussidio di disoccupazione europeo per proteggere l’unione monetaria dalle crisi economiche: è la proposta che il ministero dell’Economia italiano, Pier Carlo Padoan, ha portato sul tavolo del Consiglio Europeo sul lavoro e gli affari sociali del 6 ottobre a Lussemburgo. Una proposta, ha spiegato lo stesso ministro al Financial Times, che rappresenta
«un tentativo di convincere gli europei che l’Europa è parte della soluzione e non del problema», mentre finora «il messaggio arrivato alla maggior parte dei cittadini europei dall’unione monetaria è che è tutta proiettata su banche e vincoli di bilancio, non su crescita e lavoro».
L’idea è quella di prevedere un meccanismo diassegnazione dei fondi non basato sull’entità della disoccupazione nei diversi paesi ma sulla sua dinamica, un modo per rendere il sussidio di disoccupazione utilizzabile nello stesso modo dai paesi del Nord Europa, che hanno bassi livelli di disoccupazione, e da quelli come Italia, Spagna, Grecia, con un tassi più elevati di senza lavoro.
Si pensa a un sussidio di 6-8 mesi, pari al 40-50% dello stipendio, da far scattare nel momento in cui i paesi vengono colpiti da shock che generano picchi di disoccupazione.
Si tratta, in pratica, di un sussidio che interviene in presenza di shock economici, non davanti ad alti livelli di disoccupazione. Non serve, quindi, a combattere problemi strutturali legati all’andamento dei singoli mercati del lavoro ma come cuscinetto in presenza di unacongiuntura difficile. Un progetto, conclude Padoan, che vuole promuovere il progresso europeo verso la:«solidarietà o condivisione del rischio».

martedì 6 ottobre 2015

"Che genere di...Costituzione", evento della Crpo

La Commissione regionale pari opportunità di Basilicata e l'Unibas hanno deciso di rileggere la Costituzione attraverso gli occhi delle donne. Ieri il primo di una serie di incontri sul territorio

I saluti della magnifica rettrice, Aurelia Sole, della presidente della Commissione regionale pari opportunità, Angela Blasi e della presidente del Comitato unico di garanzia dell'Unibas, Anna Maria Salvi, hanno inaugurato i lavori del primo appuntamento sulla rilettura della Costituzione dal punto di vista delle donne.

“E' ancora attuale e moderna la nostra Costituzione? Scritta 70 anni fa , anche per mano di 21 donne, è ancora non applicata. Da allora il Paese è cambiato, soprattutto le donne sono molto cambiate, la società è sicuramente diversa. Oggi, in mezzo a tante discussioni sulle riforme istituzionali, si avverte la mancanza del loro sguardo. La Commissione regionale pari opportunità di Basilicata e l'Unibas, hanno deciso, quindi, di rileggere la Costituzione attraverso gli occhi delle donne”. Così la presidente, Angela Blasi, a nome dell’intera Commissione, ricordando che “ieri si è svolto il primo appuntamento del format  ‘Che genere di…’, presso l'Aula Magna dell'Università”.

“Nel corso dell’incontro  – ha specificato Angela Blasi – sono stati letti 5 articoli (artt. 3, 22, 29, 37 e 51 ) che sono stati commentati da donne giuriste e docenti, quali Patrizia Tomio (Presidente Conferenza degli Organismi di Parità Universitari), Maria Teresa Morelli (ICHRPI), Giovanna Iacovone (Unibas), con le conclusioni affidate alla Giudice Costituzionale, Daria De  Pretis”.

I lavori sono proseguiti con la divisione dei partecipanti in gruppi di lavoro, coordinati dalle organizzatrici, al fine di contestualizzare e discutere sugli articoli scelti e per commentarli. Alla fine dei tempi assegnati ai coordinatori dei vari tavoli è toccato di riferire le risultanze emerse.

“Grazie ad una discussione tra i partecipanti, scaturita dalle relazioni del tavolo dalle risultanze dei gruppi di lavoro – hanno sottolineato le componenti la Crpo - sono state avanzate proposte perché si tenga conto delle politiche di genere da mettere in atto nella nostra regione, partendo soprattutto dalla consapevolezza che la libertà femminile è la libertà di tutti e che la politica tutta non dovrebbe privarsi di un costruttivo apporto da parte delle donne. In modo particolare brucia ancora di più e carica di maggiore responsabilità la Crpo, in primis, ma la società lucana tutta, la constatazione che in Consiglio regionale non è stata eletta, per la prima volta nessuna donna”.

"Come affermato da Mariella Gramaglia - ha ricordato Angela Blasi - già parlamentare ed esponente di spicco del movimento delle donne: 'La Costituzione non è una legge, né un insieme di leggi, è piuttosto un'immagine, fondativa, del nostro vivere insieme. Nelle città, nelle case, nelle famiglie, nel lavoro, nella vita: in tutto quello che riguarda le nostre relazioni private e che s'intreccia con l'idea di cittadinanza'".

“Pertanto, in un'ottica di cittadinanza attiva e partecipata – ha concluso la presidente Blasi - cercheremo di far avanzare nei prossimi incontri sul territorio regionale, il punto di vista delle donne lucane per affermare la democrazia paritaria, quale leva dell'avanzamento socio-economico e come uno degli obiettivi strategici della programmazione regionale. Una democrazia a metà non è democrazia”.
Fonte AGR

martedì 29 settembre 2015

IMU: mappa del mancato gettito

Meno IMU al Sud per evasione fiscale ed errori di versamento: i dati nella nota di aggiornamento al DEF 2015.

Dalla nota di aggiornamento del DEF (Documento di Economia e Finanza) sono emersi dati che sottolineano un mancato gettito IMU pari a 5,5 miliardi di euro, in pratica pari al 28,1% del totale teorico. Sono le Regioni del Mezzogiorno d’Italia a caratterizzarsi per un tax gapsuperiore alla media.
Evasione IMU
Stando ai dati illustrati nel documento, esiste un legame tra l’evasione fiscale relativa all’IMU e l’aumento della popolazione, tanto che neiComuni con meno di 500 abitanti si ferma al 13,4% mentre in quelli che superano i 250mila si arriva al 35,2%.
Solo per confrontare alcuni dati, in Calabria il tax gap è pari al 40,6% mentre in Valle d’Aosta arriva fino al 12,7%.
Errori IMU
Dal MEF, tuttavia, arrivano precisazioni sulla corretta interpretazione di dati, evidenziando criticità che “impongono una certa prudenza nell’interpretazione dei risultati, legate soprattutto ad alcuni aspetti definitori del tax gap“:
«Parte del mancato gettito non è riconducibile a comportamenti intenzionalmente evasivi, ma si tratta di mancati pagamenti dovuti a errori/omissioni nel versamenti e nell’interpretazione delle norme e crisi di liquidità».
 
FONTE PMI

giovedì 24 settembre 2015

Deduzioni fiscali: la fattura non basta

In caso di controlli fiscali sulle deduzioni non è sufficiente esibire la fattura e il pagamento: la sentenza della Cassazione.

Con la sentenza n. 16437/2015 la Corte di Cassazione ha chiarito che, per dedurre i costi, non è sufficiente esibire la fattura e il pagamento e, ancora una volta, ha ribadito che se l’Amministrazione finanziaria prova che in realtà l’operazione non è stata effettuata l’onere di dimostrare il contrario si trasferisce al contribuente.
Operazione fatturata non effettuata
Per dedurre l’IVA o i costi sostenuti non basta esibire la relativa fattura, se l’Amministrazione finanziaria fornisce elementi probatori del fatto che l’operazione fatturata non è stata effettuata, ad esempio perché mera espressione cartolare di operazioni commerciali mai poste in essere da alcuno. In questi casi il contribuente deve dimostrare l’effettiva esistenza delle operazioni contestate.
Sentenza Cassazione
Il caso riguardava due avvisi di accertamentorelativi a IRPEF e IRAP, i costi portati indeduzione facevano riferimento a prestazioni derivanti da fatture emesse da una società per la fornitura al professionista, mediante apposito contratto, di strutture e servizi sanitari. Le verifiche dell’ufficio avevano poi rilevato che tali strutture e servizi non erano mai messi a disposizione e utilizzati. Una ricostruzione dei fatti, peraltro mai contraddetta dal contribuente, in base alla quale la Commissione provinciale aveva rideterminato un minore importo della detrazione spettante (circa la metà). Alla stessa conclusione erano giunti i giudici di secondo grado ribadendo che, trattandosi di costi per prestazioni risultate parzialmente inesistenti, non poteva ritenersi sufficiente la semplice indicazione di un corrispettivo forfettario in un contratto.
Infine la Corte di Cassazione ha rigettato definitivamente il ricorso del contribuente, ritenendo la motivazione della decisione impugnata logica e coerente.
Fonte: sentenza Cassazione.

lunedì 21 settembre 2015

COMUNE SAN FELE, GRUPPO L’ALTERNATIVA SU BILANCIO DI UN ANNO

 “Il Sindaco Sperduto ben si è guardato dal commentare il proprio bilancio di mandato* ad un anno dall’insediamento in comune. Certo, vista l’inerzia assoluta di questa amministrazione, strangolata dai debiti e dalla incapacità di programmare una qualsiasi forma di sviluppo, non ci aspettavamo che in consiglio si discutesse di risultati raggiunti in un anno, ma che almeno si discutesse di quello che rappresenta l’unico fatto veramente significativo nella vita economica e sociale sanfelese degli ultimi decenni e cioè il fenomeno turistico legato alle cascate del torrente Bradano”. Lo affermano i consiglieri comunali di San Fele del gruppo “L’alternativa”. 

“Era legittimo aspettarsi che si discutesse di quanto programmato rispetto al flusso di turisti in arrivo a San Fele, che va costantemente avanti ormai da qualche anno e che ha ruotato finora su una attività di valorizzazione dei luoghi ed una organizzazione dei flussi fatta con tanta volontà e con pochi mezzi da una associazione. Ma così non è stato poiché non si poteva parlare in un bilancio di mandato su ciò che non si è fatto e resta nel gruppo consiliare L’Alternativa la preoccupazione e la delusione per la scarsa attenzione della politica ad un fenomeno così impattante sulla vita sanfelese. Già un anno fa il gruppo consiliare L’Alternativa aveva chiesto all’amministrazione che a fronte di una programmazione già pianificata durante la precedente consiliatura di Fasanella, si attivasse a mettere in campo la progettazione necessaria per sviluppare, tutelare e valorizzare sia la storia (mulini gualchiere, sentieri, passaggi) sia gli aspetti ambientali del torrente Bradano (salti d'acqua, flora, fauna) sia infine, per comunicare all'esterno la bellezza di questi luoghi. Già un anno fa avevamo posto in evidenza la necessità di investire sul torrente Bradano e la necessità di farlo subito, prima cioè che questo fenomeno subisse una involuzione. Non la pensava così evidentemente l'amministrazione comunale che ad un anno dal suo insediamento si è guardata bene sia dallo spendere quello che ha già in cassa (60-70 mila euro avanzati da quanto procurato dalla vecchia amministrazione), sia dal predisporre seppure un minimo di progetto da candidare a finanziamento, direi di più, non si è neanche preoccupata di avviare una discussione su come sviluppare e rendere magari stabile il fenomeno turistico generato dal torrente Bradano che vorrei qui ricordare ormai si avvia verso i trentamila arrivi annui. 

Nulla di quanto scritto e presentato in consiglio comunale un anno fa è stato realizzato ed è ora che qualcuno cominci ad assumersene la responsabilità. Non è possibile che si prosegua con questo andazzo per i prossimi 4 anni. Non è possibile continuare a riscaldare le sedie in consiglio comunale per 4 anni ancora”.