martedì 28 ottobre 2014

TFR in busta paga: si perde il 10% dei risparmi


L'anticipo del TFR in busta paga aumenta l'imponibile ai fini ISEE e la tassazione IRPEF e riduce l'importo della pensione futura: i dettagli contenuti nel testo definitivo della Legge di Stabilità 2015

Ufficiale con il testo della Legge di Stabilità 2015 la possibilità di chiedere l’anticipo del TFR (Trattamento di Fine Rapporto) in busta paga, in via sperimentale, in relazione ai periodi di paga decorrenti dal 1° marzo 2015 al 30 giugno 2018. L’articolo 6 del Ddl Stabilità rappresenta un’operazione che potrà garantire al Governo circa 2,2 miliardi di euro di maggiori entrate fiscali. I 100 euro in più in media nelle buste paga degli Italiani che sceglieranno questa opzione, dunque, non rappresenteranno tanto una boccata d’ossigeno per le famiglie quanto per lo Stato.


Innalzamento ISEE e IRPEF

Nel decidere se optare o meno per l’anticipo del TFR in busta paga, oltre alle conseguenze per l’azienda nel caso di PMI con meno di 50 dipendenti, andrebbe valutato il fatto che le somme maturate comporteranno un innalzamento dell’imponibile ai fini ISEE, causando una riduzione delle detrazioni e delle agevolazioni oggi previste, in più la somma verrà tassata con l’aliquota marginale IRPEF (ma non concorrerà all’imponibile su cui si calcola il Bonus da 80 euro).


 

Risparmi e pensione: – 10%

Per tre anni, i lavoratori che sceglieranno di anticipare il TFR non potranno approfittare di quell’interesse composto che negli anni avrebbe fatto crescere la loro pensione futura comportando una perdita del risparmio previdenziale di oltre il 10%. Per fare qualche calcolo, un lavoratore di trentacinque anni con retribuzione mensile di 1.500 euro netti, anticipando il TFR si troverà in busta paga 105 euro netti in più per tre anni, rinunciando ad una liquidazione più alta e con una pensione che scenderà del 10% (da 187 a 168 euro netti al mese), nel caso si sia affidato ad una linea garantita, del 1-3% (da 275 a 238 euro al mese) se ha scelto una bilanciata.

Stime del Governo

Secondo quanto riportato nella relazione tecnica a corredo della Legge di Stabilità se è vero che questa tassazione IRPEF potrebbe risultare “penalizzante rispetto allo schema TFR” e “potrebbe esercitare un effetto disincentivante all’esercizio di adesione da parte del lavoratore”, si stima però che a chiedere il TFR sarà il:

·         40% dei dipendenti nelle imprese fino a 10 addetti;

·         50% di quelli occupati in aziende tra i 10 e i 50 dipendenti;

·         60% di quelli di aziende con oltre i 50 dipendenti.


Requisiti

A richiedere il TFR possono essere tutti i lavoratori dipendenti del settore privato, che abbiano un rapporto di lavoro in essere da almeno sei mesi presso il medesimo datore di lavoro. Vengono esclusi i lavoratori domestici, quelli del settore agricolo e quelli impiegati da datori di lavoro sottoposti a procedure concorsuali e alle aziende dichiarate in crisi di cui all’articolo 4 della legge 29 maggio 1982, n. 297.

Liquidazione TFR

La liquidazione della quota maturanda del TFR avverrà in maniera diretta e mensile, come parte integrativa della retribuzione, assoggettata a tassazione ordinaria, ma non imponibile ai fini previdenziali. Una volta manifestata la volontà di anticipare il TFR in busta paga, l’opzione è irrevocabile fino al termine del 30 giugno 2018.

Finanziamento assistito PMI

La Legge prevede, per i datori di lavoro che impiegano meno di 50 dipendenti e che non intendono corrispondere immediatamente con risorse proprie la quota maturanda di TFR, la possibilità di accedere ad un finanziamento assistito da garanzia rilasciata da un apposito Fondo di garanzia istituito presso l’INPS con una dotazione iniziale di 100 milioni di euro per l’anno 2015 e da garanzia dello Stato di ultima istanza. La dotazione iniziale del Fondo è pari a 100 milioni di euro per l’anno 2015 a carico del bilancio dello Stato. Per accedere al finanziamento i datori di lavoro devono presentare all’INPS un’apposita certificazione del TFR maturato in relazione ai montanti retributivi dichiarati per ciascun lavoratore. Con tale certificazione i datori di lavoro possono presentare richiesta di finanziamento presso una delle banche o intermediari finanziari che aderiranno all’apposito accordo quadro stipulato tra i ministri del Lavoro e delle Politiche Sociali e dell’Economia e delle Finanze e l’Associazione Bancaria Italiana (ABI). A tali finanziamenti assistiti dalle garanzie statali non potranno essere applicati tassi, comprensivi di ogni eventuale onere, superiori al tasso di rivalutazione della quota di Trattamento di Fine Rapporto lavoro di cui all’articolo 2120 del codice civile.


Decreto attuativo

Le modalità di attuazione delle disposizioni sull’anticipo del TFR in busta paga, nonché i criteri, le condizioni e le modalità di funzionamento del Fondo di garanzia e della garanzia dello Stato di ultima istanza verranno disciplinati con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze e con il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, da emanare entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della Legge di Stabilità 2015.
FONTE PMI Francesca Vinciarelli 27 ottobre 2014
 

lunedì 20 ottobre 2014

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sabato 18 ottobre 2014

Comune di SAN FELE:Relazione di inizio mandato anni 2014 - 2019

Relazione di inizio mandato anni 2014 - 2019

Popolazione residente al 31/12/2013: 3.100 abitanti *
Nel dettaglio:
Nati                      8
Deceduti             42
Immigrati             97
Emigrati               69
Convivenze            3
Maschi              1489
Femmine           1611
Nuclei Familiari  1497
                                                                                 LEGGI TUTTO
*Gli abitanti del comune di San Fele nel 1.871 erano 10.595.

Evoluzione demografica















giovedì 9 ottobre 2014

Fondo strategico per le imprese del Trentino

Sarà operativo dal 2015 il Fondo strategico regionale per il sostegno degli investimenti in Trentino Alto Adige.


Con un plafond di 200 milioni di euro viene creato il Fondo strategico del Trentino Alto Adige (istituito dalla legge regionale 8/2012), destinato a sostenere gliinvestimenti strategici innovativi per lo sviluppo del territorio regionale e gestito dalla Finanziaria Internazionale Investments SGR SpA con sede a Conegliano. Si tratta di un Fondo di durata decennale strutturato in due comparti da 100 milioni di euro ciascuno, riferiti alle due realtà provinciali.

=> Legg le dieci priorità per la crescita del Trentino

Fondo strategico

Il Fondo strategico regionale necessita della sottoscrizione del relativo contratto con Finanziaria Internazionale Investments SGR SpA, pertanto sarà pienamente operativo solo a partire dall’inizio del 2015.

Risorse per gli investimenti

Attraverso le risorse del Fondo saranno promosse quattro tipologie di investimento:
  • Prestiti obbligazionari emessi dalle imprese (Minibond).
  • Progetti infrastrutturali (Project bond).
  • Investimenti promossi dalle micro imprese con le cartolarizzazioni.
  • Investimenti per l’internazionalizzazione.

=> Leggi tutte le news per le PMI del Trentino Alto Adige

lunedì 6 ottobre 2014

Nuovo ISEE 2015: in arrivo moduli precompilati

Nuovo ISEE precompilato a partire dal 1° gennaio 2015: le novità in arrivo tra le quali la riduzione delle autocertificazioni e il ricorso all'Anagrafe Tributaria.

A partire dal 2015 oltre alla dichiarazione dei redditi precompilata arriverà anche il nuovo ISEE precompilato. Ad assicurarlo è stato il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, in occasione dell’audizione in Commissione Affari sociali alla Camera, sottolineando che il Governo era pronto a partire anche prima del 1° gennaio 2015 ma che per evitare problemi si è scelto di dare il via al nuovo sistema di calcolo del reddito a partire dal prossimo inizio anno. A chiedere al Ministero di non anticipare il nuovo ISEE prima del 2015 erano stati gli enti locali così da dare tempo a tutte le Amministrazioni di organizzarsi.

=> 730/2015 precompilato: il calendario di attuazione


ISEE 2015 
La modulistica, ha garantito Poletti, verrà messa a disposizione nelle prossime settimane, ovvero entro metà ottobre, in modo che i Comuni possano rielaborare lesoglie ISEE in base alle quali parametrare i costi dei servizi offerti e le prestazioni rese.
Tra le novità del nuovo modello ISEE 2015 c’è la più ampia classificazione dei redditi della famiglia con un ampliamento delle tipologie di redditi ammessi:
  • redditi tassati con regimi sostitutivi (cedolare secca, premi produttività ecc.);
  • redditi e trasferimenti non tassati (assegni familiari, pensioni di invalidità, accompagnamento, assegni sociali ecc.).
Viene inoltre data maggiore rilevanza al nucleo familiare e alla presenza di eventuali figli disabili. L’obiettivo della revisione dell’indicatore è di migliorare l’equità sociale a favore delle famiglie più numerose e disagiate. Per evitare false dichiarazioni, verrannoridotte al minimo le autocertificazioni. In sostanza invece di rivolgersi ad un CAF o all’INPS fornendo i propri dati autocertificati, il contribuente riceverà l’ISEE precompilato con le informazioni ricavate facendo accesso alla banca dati dell’Anagrafe Tributaria (giacenze medie dei conti correnti e quelli sull’esistenza di mutui casa etc.). Come ulteriore semplificazione potrebbe essere previsto l’invio dell’ISEE ai centri che lo richiedono come Università, Comuni e scuole direttamente da parte dei CAF (oggi il servizio di rilascio della certificazione è interamente a carico dell’INPS

giovedì 2 ottobre 2014

L'analisi del CREEF che confronta l'impatto della TASI 2014 con quello dell'IMU 2012.

Oramai le delibere dei Comuni italiani in tema di TASI sono state pubblicate in via ufficiale. Facendo qualche conto, in attesa della scadenza per il versamento dell’acconto fissato per il 16 ottobre nel caso in cui il Comune abbia deliberato entro il 10 settembre, emerge come l’imposta risulti più cara del +9,2% rispetto all’IMU 2012nelle città capoluogo di regione, con Torino, Roma e Bologna in cima alla lista. Le tre città meno care sono invece Trento, Catanzaro e Palermo.
Confronto TASI-IMU
A confrontare la situazione in Italia con il passaggio alla TASI, rispetto alla vecchiaIMU, è stato il Centro Ricerche Economiche Educazione e Formazione della Federconsumatori (CREEF). In tutto, lo ricordiamo, sono stati 7.405 i Comuni che hanno definito nuove aliquote 2014 per la TASI, pari al 92% del totale, mentre per nei restanti 600 Comuni (2%) si pagherà l’aliquota base dell’1 per mille in un’unica soluzione entro il 16 dicembre.
Aliquote TASI
Nel 90% circa dei Comuni che hanno deliberato l’aliquota media applicata è pari al 1,94 per mille e solo nel 35% dei Comuni sono state definite delle detrazioni d’imposta. Nei capoluoghi di provincia e di regione si registrano le aliquote più alte, in media si paga il 2,46 per mille.
Detrazioni prima casa
Ad introdurre detrazioni sull’abitazione principale sono stati però soprattutto i capoluoghi di provincia: 78 su 107 (circa il 73%).
Una situazione ben diversa da quella che si presentava due anni fa con l’IMU, quando la detrazione sulla prima casa era fissa e pari a 200 euro, più eventuali 50 euro per ogni figlio. Ad usufruirne erano stati i proprietari di 5 milioni di abitazioni principali, che oggi si trovano invece a dover versare la TASI anche in caso di immobili di piccole dimensioni e basso valore catastale. Oggi, nei capoluoghi, per un immobile di 100 mq, categoria catastale A2 classe 3 in possesso di una coppia con un figlio minore di 18 anni il rincaro rispetto all’IMU 2012 è pari al +9,2%. Per Mauro Zanini Vice Presidente Federconsumatori:
«Questa “TASI piatta” si rivela iniqua e regressiva rispetto alla vecchia IMU perché alza il prelievo per le abitazioni di valore medio basso e per le famiglie numerose e lo abbassa per quelli di valore più alto. Una situazione intollerabile».
Calcolo TASI
Il tutto senza considerare le complicazioni introdotte dalla TASI. Già il calcolo dell’IMU aveva complicato notevolmente la vita ai contribuenti, ora con la TASI le cose diventano ancora più difficili, data l’estrema eterogeneità delle delibere comunalisull’intero territorio nazionale. Zanini chiede quindi al Governo di rivedere radicalmente la IUC (composta da IMU, TASI, TARI) con la nuova Legge di Stabilità
«Fissando dei paletti in particolare eliminando la possibilità che la TASI nel 2015 arrivi al 6 per mille. Sarebbe un disastro per i bilanci di milioni di famiglie».

Viene inoltre chiesto di rendere obbligatorie le detrazioni per gli immobili di basso valore catastale e le agevolazioni per i nuclei familiari in forte difficoltà economica e sociale, nonché di semplificare il calcolo dell’imposta.