lunedì 11 agosto 2014

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Verona - dal 08/10/2014 al 10/10/2014
Prima Fiera Internazionale sull'efficienza energetica e la white-green economy, giunta alla sua seconda edizione. »
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Assisi - 20/09/2014
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Verona - dal 08/10/2014 al 11/10/2014
Efficienza energetica e white-green economy al centro di un nuovissimo summit »

venerdì 8 agosto 2014

Draghi ha già «commissariato» Renzi

Il presidente della Bce: «Cedere sovranità all’Europa sulle riforme strutturali». Poi spiega la rotta al premier: «Subito interventi su burocrazia, lavoro e tasse»


«Le riforme strutturali sono l’unica via per tornare a crescere - dice Draghi durante la conferenza stampa che segue la riunione del Consiglio Bce - in Italia, dove gli investimenti privati sono frenati dall’incertezza, e in Europa. Per questo, è arrivato il momento di condividere sovranità anche su quel terreno».
Se non è un commissariamento, poco ci manca. L’interpretazione delle parole del Governatore non può che essere univoca: se l’Italia non è in grado di darsi le riforme che servono - e quelle istituzionali tanto vantate dal premier non sono certo in cima alla lista - è meglio che a occuparsene sia la Ue. Ma quali sarebbero le riforme da applicare nel più breve tempo possibile? Draghi non si sottrae neanche a questa domanda: «Gli investitori sono scoraggiati dal clima di incertezza che regna in Italia: devono aspettare mesi per ottenere autorizzazioni, 8-9 mesi per arrivare alla fine di un vero percorso a ostacoli. Questa situazione è legata all’assenza di riforme strutturali sui mercati dei prodotti, la burocrazia, il lavoro e il livello giuridico» Senza dimenticare la necessità di «abbassare le tasse». «I Paesi che hanno condotto le riforme strutturali hanno registrato dei miglioramenti e l’occupazione è aumentata» conclude Draghi, non prima di congedarsi con una battuta: «Passerò le vacanze in Italia, ma non per partecipare alla ripresa».
Di certo, al ritorno in patria, troverà un Paese ancora scosso dalle sue parole. Per un Renzi che fa sapere ufficiosamente di aver apprezzato le parole del presidente della Bce sull’importanza strategica e l’urgenza delle riforme, c’è un’opposizione che sfrutta l’uscita di Draghi per mettere il governo ancora nel mirino: «Se non si fanno le riforme indicate da Draghi, quelle del lavoro, del fisco e della riduzione della spesa pubblica, il Paese è condannato alla catastrofe» spiega la senatrice di Forza Italia Manuela Repetti. Ma c’è anche chi guarda con fastidio all’«interventismo» della Bce. «Cade la maschera dei governi fantoccio mandati dalla Ue: le riforme in Italia le fa la Bce. Nell’interesse di chi?» si chiede polemicamente la leader di Fdi-An Giorgia Meloni.
A subire il contraccolpo delle parole del governatore sono anche i mercati, con lo spread Btp-Bund che chiude sopra i 180 punti base (in mattinata era intorno ai 170) e la borsa di Milano che, peggiore in Europa, che perde il 2%.(Luigi Frasca)

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giovedì 7 agosto 2014

A Milano è stata abrogata la proprietà privata. Non per mezzo della rivoluzione, ma col regolamento edilizio

 In riferimento al regolamento edilizio adottato dal Consiglio Comunale, riproponiamo le osservazioni di Fabrizio De Pasquale pubblicate nel luglio dello scorso anno. * * Approfittando di una società civile disattenta e del sonno dei grandi giornali, la Milano di Pisapia compie un nuovo passo verso la edificazione del socialismo reale e verso un futuro di miseria e di crescita zero. Attraverso il regolamento edilizio, l’Assessore De Cesaris vorrebbe abrogare l’articolo 42 della Costituzione, che riconosce la proprietà privata e ne garantisce il godimento ai proprietari, segnalando che eventuali limitazioni devono essere fissate per Legge. L’amministrazione Pisapia, saldamente convinta che la proprietà privata è un furto, come ogni sessantottino o no global che si rispetti, ha fissato nel regolamento edilizio questo principio: se il proprietario non cura il proprio immobile, il Comune prima lo diffida (e ciò accade anche ora ove un immobile costituisca pericolo per l’incolumità oppure su aree che diventano discariche), poi provvede alla manutenzione direttamente e si fa rimborsare l’intervento; infine dopo 5 anni destina a finalità sociali l’immobile il cui proprietario non fa interventi di manutenzione. Siamo alla socializzazione della proprietà privata. Con questo strumento si vorrebbe forse evitare ai centri sociali la fatica di occupare immobili tipo la Torre Galfa, perché il Comune glieli potrebbe affidare direttamente. E’ il solito sogno della sinistra comunista: sequestrare la proprietà a chi se l’è conquistata, per assegnarla a fantomatiche funzioni sociali gestite dai commissari del popolo.occupazione1 E’ una vera follia che potrebbe ulteriormente fiaccare il mercato immobiliare. Perche’ un privato non puà decidere in libertà quando è il momento di investire e glielo devono dire i funzionari comunali? Quale investitore straniero verrebbe più a investire a Milano sapendo che il Comune potrebbe requisire il suo bene? Con quali soldi il Comune rimetterebbe a posto questi immobili, visto che attualmente non ha i soldi per tappare i buchi delle strade? Il Comune pensi a quanta responsabilità sua c’è negli edifici abbandonati: PGT penalizzanti, procedure defatiganti, cambiamenti di linea politica etc. determinano non pochi ritardi. E poi perché dovremmo affidare dei beni privati a chi gestisce male le proprie sedi (Via Pirelli è fuorilegge) e il proprio patrimonio (guardiamo le case popolari o il Marchiondi, giusto per fare un esempio). Mi stupisco che simili panzane non producano una sollevazione non solo nei proprietari di immobili, ma anche in tutte quelle categorie che vivono nella filiera del mattone. Quanto pensano di potere mantenere un minimo benessere con questo socialismo reale in ritardo di un secolo

A Milano è stata abrogata la proprietà privata. Non per mezzo della rivoluzione, ma col regolamento edilizio