mercoledì 30 marzo 2016

La riforma costituzionale e il referendum: per un voto informato e consapevole

Il Parlamento si appresta a deliberare in via definitiva sulla revisione costituzionale. È prevedibile che in autunno tutti saremo chiamati a esprimerci con un Sì o con un No. In vista del referendum sono già molto alti i toni del contrasto tra i fautori del No, che si vogliono opporre al tentativo di deformare la "Costituzione più bella del mondo" e i fautori del Sì, che dichiarano la necessità di una riforma che colmi le "troppe lacune di un testo ormai invecchiato".
I partiti, i movimenti, i gruppi di interesse stanno già mostrando di voler usare il referendum come campo di battaglia per uno scontro politico e ideologico le cui ragioni vanno spesso oltre i contenuti della riforma. Molti intellettuali si schiereranno con l'una o con l'altra posizione e discuteranno sul raccordo tra la riforma e promesse di futuro benessere collettivo - per chi sosterrà il Sì - ovvero tra la riforma e scenari distruttivi, reazionari e autoritari - per chi sosterrà il No. Quest’impostazione manichea, purtroppo non nuova, non favorisce il dibattito pubblico e non rende un buon servizio all’elettorato e al Paese.
Dopo due anni di ampio e serrato confronto parlamentare, che tuttavia non ha raggiunto il cuore del Paese, il ruolo dei costituzionalisti e degli studiosi delle istituzioni pubbliche è quello di esaminare il testo nel merito e nel dettaglio, verificandone la coerenza con l’ispirazione e i principi della Costituzione del 1947. Su questa base essi potranno discutere, anche alla luce del più generale "momento costituzionale" dell'Unione europea, degli strumenti di attuazione di cui ci sarà bisogno, se il testo della riforma verrà approvato, ovvero delle inevitabili ripercussioni nel complessivo contesto costituzionale, se la riforma verrà respinta. Solo un simile atteggiamento potrà permettere a quella particolare categoria di intellettuali che fanno della Costituzione e delle istituzioni il loro oggetto di studio di fornire un reale contributo alla discussione che si avvia nel Paese e che durerà nei prossimi mesi.
Gli studiosi che firmano questo testo, pur distanti per opinioni personali e politiche e consapevoli che alla fine si esprimeranno con un Sì o con un No, sono fermamente convinti che solo dal reciproco ascolto possano nascere soluzioni utili per la collettività. Anche come cittadini della nostra Repubblica che quest'anno celebra i suoi 70 anni, essi ritengono che il loro compito, in ragione delle loro specifiche conoscenze, consista nel fornire all'opinione pubblica, alle forze politiche, al Paese, un quadro delle soluzioni in campo e delle conseguenze che ne possono derivare, e agli elettori strumenti per orientare in modo informato, personale e responsabile le proprie decisioni nel referendum, al riparo dallo scontro politico contingente.
  
21 marzo 2016

L’appello si può sottoscrivere mandando una mail all'indirizzo riformereferendum@gmail.com indicando nome, cognome, qualifica ed ente di appartenenza

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