mercoledì 17 novembre 2010

Le Fiamme Gialle alla caccia di dipendenti pubblici con il secondo lavoro non autorizzato

«Trasparenza: inviata la Guardia di Finanza presso gli Enti che non hanno comunicato consulenze e incarichi esterni»
Nell’ambito dell’ “Operazione Trasparenza” si è conclusa l’indagine che da metà gennaio l’Ispettorato del Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione ha condotto su un campione di circa un centinaio tra Enti pubblici nazionali ed Enti locali che, al 31 dicembre 2009, non avevano adempiuto alla comunicazione al Dipartimento Funzione pubblica dei dati relativi agli incarichi e consulenze attribuiti nel 2008.
Sotto osservazione, anche alcune Università e il CONI, a cui è stata richiesta documentazione integrativa.
Secondo la Relazione sullo stato della pubblica amministrazione consegnata in questi giorni al Parlamento, nel 2009 sono state 779 le indagini svolte. Risultato: per circa la metà degli accertamenti il secondo lavoro non era autorizzato.
L'importo delle multe versato alle Agenzie delle Entrate dai committenti, cioè i datori del secondo lavoro, è stato complessivamente di oltre 11.206.671,32. Mentre le somme indebitamente percepite dai dipendenti sono state pari a 9.312.229,32 e che, recuperate dalle amministrazioni di appartenenza, sono andate a rimpinguare i fondi di produttività in favore del personale.
Continua, dunque, ad essere elevato il numero delle violazioni.
Il dipendente pubblico non può svolgere un altro lavoro subordinato o autonomo se non autorizzato.
Il via libera dall'ufficio dove è impiegato è condizionato a due precise circostanze: che non si incorra nelle incompatibilità previste dalla legge (come per l'attività libero professionale), e non ci sia conflitto d'interessi.
Nei casi di violazione più grave è previsto anche il licenziamento.
Escluse, naturalmente, le attività svolte gratuitamente presso associazioni di volontariato.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.