giovedì 30 gennaio 2020

Brexit, perché in Gran Bretagna non sono mai stati europei

Le miglia, la guida a destra, una chiesa nazionale, le guerre contro Napoleone e Hitler... Dalla quotidianità spicciola alla grande Storia questo è sempre stato un Paese a parte. Per il Regno Unito la Ue significava solo vantaggi economici, non cessione di sovranità



Prima di tutto, ricordarsi di portare l’adattatore. Perché la mini-brexit quotidiana comincia dalle prese di corrente: che, come tutti sanno, qui si ostinano a mantenere diverse da quelle europee. Ma non è solo questione di carica del telefonino: sono tutte le categorie mentali che bisogna riadattare una volta in Gran Bretagna.
Tanto per cominciare, i numeri sui cartelli stradali non indicano i chilometri bensì le miglia: e bisogna fare un po’ di calcoli per capire. Scordatevi metri e centimetri: se vi dicono che uno è alto «sei piede cinque» vuol dire che è a livello di cestista, mentre un «cinque piede due» è chiaramente un tizio brachilineo. E in cucina son dolori: mia moglie (inglese) ancora non ha capito cosa sia un chilo di pasta, lei ragiona solo in libbre e once. Insomma, dalla quotidianità spicciola alla grande Storia, questo resta un Paese a parte: e a esaminarlo da vicino si capisce che la Brexit non è una bizzarria, ma qualcosa iscritta nelle sue radici e nella sua cultura. Ricordo ancora distintamente quella strana sensazione, più di venticinque anni fa, sbucando per la prima volta dalla metropolitana a Piccadilly Circus: ero chiaramente finito da qualche altra parte.
La prima impresa era riuscire a non farsi mettere sotto attraversando la strada: perché qui guidano dall’altra parte rispetto a noi (e agli incroci ancora oggi non mi raccapezzo). Il traffico, poi, restituisce subito un colpo d’occhio inusuale: se in Europa taxi e autobus più o meno si assomigliano ovunque, qui le strade sono affollate di quelle ingombranti carrozze nere senza cavalli che chiamano black cab (i taxi neri) e di palazzine rosse che si muovono su quattro ruote (gli autobus a due piani).Alzando lo sguardo, il panorama urbano è di nuovo un unicum. L’architettura londinese è rimasta sostanzialmente quella vittoriana, con le casette a due piani al posto dei palazzi di appartamenti che dominano in Europa: e dietro c’è l’immancabile back garden, il giardino sul retro dove l’inglese ricrea la campagna in città.Anche la folla ha un aspetto diverso. Soprattutto a Londra, ma anche nelle altre città maggiori, è un carosello multicolore, un crogiuolo di etnie, un caleidoscopio di abiti di fogge diverse, dai sari ai turbanti ai niqab. In Gran Bretagna il 17 per cento della popolazione è di colore (e a Londra siamo oltre il 40 per cento): una società multietnica che per la sua composizione si avvicina più a quella americana che non al resto d’Europa.
Una mescolanza che produce un incontro di culture e religioni diverse. Ma a proposito di fede, anche qui la Gran Bretagna si differenzia dal resto d’Europa: ormai più del 50 per cento della popolazione è non credente e la Chiesa anglicana è ridotta al rango di minoranza. Una situazione opposta rispetto a quella che si riscontra in molti Paesi europei, soprattutto se si pensa a posti come l’Italia o la Polonia. A Londra il Natale è una festa molto sentita e celebrata: ma è totalmente secolarizzata, priva di ogni riferimento religioso. E parlando di religione, è questo il terreno dove si è verificata la prima Brexit. Perché lo scisma di Enrico VIII è stata la separazione dall’autorità europea (incarnata dal Papato) e l’affermazione che non vi può essere alcuna istanza superiore alle leggi britanniche: non Roma, non Bruxelles. È quel principio di sovranità (che non va confuso col sovranismo) che sta al cuore del sistema costituzionale britannico.
Da allora le isole al di là della Manica (altra distinzione, la geografia) hanno avuto una storia diversa dal Continente. Laddove la Gran Bretagna è stata sempre potenza ordinante rispetto all’Europa, impegnata a forgiarne gli equilibri, ma non a farne parte. E mentre sul Continente si succedevano le rivoluzioni, qui le istituzioni conoscevano una lenta ma costante evoluzione: innovare per conservare, era il principio di fondo. E niente lo illustra meglio come il permanere della monarchia.

Una storia che è stata spesso vissuta in opposizione al Continente: la mitologia nazionale è forgiata dalle guerre contro Napoleone e contro Hitler. Ogni volta, era dall’Europa che arrivava la minaccia alla libertà britannica: e lo spirito che ha animato questa lotta è sintetizzato dalla celebre vignetta della Seconda Guerra mondiale, quella che raffigura il soldato inglese, in piedi sulle scogliere di Dover, che scruta gli aerei tedeschi che si avvicinano in cielo ed esclama «Very well, alone!», molto bene, da soli! A fare compagnia, semmai, c’erano i Paesi dell’Impero (e oggi del Commonwealth): un orizzonte che spiega perché ai britannici l’Europa sia sempre andata stretta, visto che il loro sguardo abbracciava i cinque continenti. Anche adesso gli inglesi, quando vanno in vacanza in Francia o in Spagna, dicono: andiamo in Europa. Perché loro mentalmente si collocano da un’altra parte. E così la loro appartenenza alla Ue si è sempre basata su un equivoco di fondo. Per gli europei si trattava di un ideale da perseguire, di costruire l’unione politica, rispetto alla quale la moneta e i commerci erano lo strumento; i britannici non si sono mai sognati nulla di simile, per loro era un’area di libero scambio da cui trarre dei vantaggi economici (e guai a parlare di cessione di sovranità).
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lunedì 27 gennaio 2020

Bonarda, il vino ritirato dagli scaffali: il prodotto nel mirino del Ministero, i rischi per la salute



Fra i richiami imposti dal Ministero della Salute e i ritiri decisi dalle catene o dai produttori sono state tolte dal commercio parecchie referenze. Il caso più clamoroso è probabilmente quello del vino prodotto dalla Cantina sociale di Canneto, Oltrepò Pavese, travolta da uno scandalo che ha portato all' arresto dei vertici. Le ipotesi accusatorie sono gravissime: almeno un milione e 600mila bottiglie uscite dalla cantina abbarbicata sulle colline fra la Valle Versa e quella dello Scuropasso, sarebbero frutto di una adulterazione, con l' utilizzo di mosti rettificati, acqua, zuccheri e aromatizzanti. L' indagine si preannuncia lunga e complessa. C' è da registrare però il ritiro disposto da Coop Lombardia della Bonarda Oltrepò Pavese Doc frizzante, offerta in questi giorni con il 40% di sconto, a 1,99 euro alla bottiglia da 75 cl.
TRIBUNALE DI PAVIADal tribunale di Pavia che conduce l' inchiesta non sono arrivate indicazioni precise sul vino della Cantina di Canneto. Dunque gli eventuali richiami disposti dalla grande distribuzione sono effettuati su base volontaria. Dalla cantina escono comunque in tutto 24 etichette, 8 della linea "Viticoltori della Valle Versa", 5 della linea "Gruccione" e 11 della linea "Gioielli", inclusi due spumanti metodo classico, il Pinot Nero Oltrepò Pavese Brut e il Cruasé. Alcune di queste etichette sono presenti in più di una catena della grande distribuzione.
Numerosi i richiami per le uova biologiche, indicati nel portale internet Salute.gov.it. Uno riguarda le uova commercializzate a marchio "Conad - Verso natura, uova biologiche", prodotte per la catena di supermercati da Claudio Olivero, nello stabilimento di Monasterolo di Savigliano, in provincia di Cuneo. Il lotto ritirato è identificato dal seguente numero: 5528139926. Il motivo del richiamo indicato nel modulo accessibile sul sito del Ministero è, genericamente, «sospetta contaminazione microbiologica». Si è parlato di un possibile rischio salmonellosi, ma sul portale ministeriale non ce n' è traccia.
CASCINA ITALIASempre dall' allevamento cuneese arrivano le uova a marchio "Cascina Italia", stesso numero di lotto, e le "Amadori, uova da agricoltura biologica". Ritirate pure le uova bio commercializzate direttamente dall' allevamento piemontese con il marchio "Olivero Claudio"di due diversi lotti di produzione: il primo è 1A130120-2A130120-2C130120, il secondo 1A140120-2C140120.
Altro prodotto sottoposto a richiamo è il Puzzone di Moena Dop, un formaggio caratteristico della Val di Fassa, della Val di Fiemme e della Valle di Primiero, in Trentino.
Un primo ritiro si è verificato alla Aldi e riguarda il marchio Regione che Vai, prodotto dal caseificio Trentin di Cerea, in provincia di Verona. I lotti bloccati sono i seguenti: 21324 e 21324A. Richiamati anche i lotti di Puzzone commercializzato direttamente da Trentin: 21324, 21324A e 21324N. Dall' inizio dell' anno si sono verificati altri due stop segnalati dal Ministero della Salute. Il primo risale all' 8 gennaio e riguarda il burro di arachidi biologico a marchio Clearspring, prodotto a Londra dall' omonima azienda inglese. Segnalata la presenza di aflatossine. Il secondo stop data 13 gennaio ed è a carico di un dolce a marchio Belli Freschi per la presenza di lattosio non segnalato in etichetta.

di Attilio Barbieri  Home





I complimenti di Bardi alla neo governatrice della Calabria: ora insieme per Campania e Puglia


Complimenti e buon lavoro a Jole Santelli (foto)Presidente della Calabria! Nel Mezzogiorno Forza Italia si conferma la casa dei moderati e del buon governo”.
Lo ha scritto, in un post su Facebook, il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, eletto il 24 marzo 2019 alla guida di una coalizione di centrodestra: “Ora, insieme” ha aggiunto il governatore lucano “lavoreremo per Campania e Puglia: se cresce il Sud vince l’Italia”.

lunedì 13 gennaio 2020

Una discussione laica sull’inquinamento di Milano

Dopo aver fatto tutti la danza della pioggia, unico metodo garantito al 100% per abbattere le polveri sottili, forse è venuto il momento per sederci e discutere di inquinamento cittadino. In maniera non ideologica, se possibile. In maniera da capire come respirare meglio.
Premessa.
Milano sta in una zona, per utilizzare un aggettivo che ci viene tramandato da Aristotele attraverso i pensatori arabi e la Scolastica, “sfigata”. Con le parole di Legambiente: “Lo smog fotochimico accomuna i Paesi europei meridionali. – spiega Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia – Purtroppo però nella Pianura Padana, a causa di correnti da sud e scarsa ventosità, gli inquinanti tendono a ristagnare”.
E questo è il primo dato. Ora, però, non ci possiamo fermare. Perché se è vero che naturalmente ristagna, non vuol dire che sia una buona ragione per riempire la stanza di fumo. Già, ma di chi è la colpa?
A tale of two cities.
Nell’immagine in alto il raffronto tra Milano e Bruxelles. Sono due città postindustriali, in cui la componente di fabbrica è in crollo. Un numero di abitanti paragonabile. Un aeroporto trafficato vicino (Milano ne ha due, ma Malpensa è abbastanza lontano). Insomma, possiamo fare un raffronto. E dal raffronto emerge che la differenza, come inquinanti, la fanno i riscaldamenti. Attenzione, si parla di TUTTI gli inquinanti. Questa è una prima, importante differenza, non ci si ferma alle PM10. Queste sono molto insidiose, certamente, ma non sono le uniche. Ed in ogni caso ne producono più i riscaldamenti delle automobili. Questa considerazione è importante, perché ci dà un punto di partenza: se dovessimo punire qualche comportamento, dovrebbe essere quello di tenersi caldaie vecchie. Non macchine vecchie. Solo che le seconde le vedi, le prime no. Quindi abbiamo deciso di punire le macchine. E come è andata a finire?
Milano e la lotta contro le auto.
Non benissimo, se vediamo i dati dell’inquinamento. Molto bene se vediamo i dati dei veicoli circolanti. I dati per lo smog sono noti: abbiamo finito i giorni di sforamento consentiti. I dati delle macchine dicono che ci sono 12 mila accessi in meno al giorno (come dice lo stesso Comune di Milano). Le due cose sommate ci lasciano perplessi. Ecco perché la questione va approfondita. I varchi in città sono 186. Quelli monitorati (da cui vengono i numeri di cui sopra) sono 13. Da poco siamo passati ad una ventina. È abbastanza evidente che le auto che non entrano più da questi venti entrano dagli altri 166. Però prendiamo per buono il fatto che, almeno i non milanesi, per evitare le multe in città non vengano proprio. L’aria non è migliorata poi di molto. Per dirne una, le giornate di inquinamento oltre soglia erano 50 ad ottobre. Il record negativo è del 2017 con 92. Le piogge di fine anno hanno aiutato, ma i numeri restano alti. Quindi abbiamo diminuito (probabilmente) le macchine, ma l’inquinamento, se è sceso, è stato di poco.
Inquinanti, microinquinanti e nanoinquinanti
Abbiamo detto che i numeri restano alti, ma è proprio così? In realtà a Milano si respira costantemente meglio da inizio millennio. I numeri, elaborati da un’associazione di cittadini, ma liberamente accessibili (http://arcipelagoareac.it/GraficiARPA/) dicono che, costantemente e senza salti, gli inquinanti stanno diminuendo. Quelli rilevati, almeno. Già, perché non sono tutti. Ogni volta che ne sconfiggiamo uno, la scienza ce ne segnala un altro. È il caso delle PM10, che oggi stanno lasciando il posto alle PM2, molto più piccole, molto più insidiose. Come afferma Paride Mantecca, professore associato del Dipartimento di Scienze dell’ambiente e della terra (Disat) dell’Università degli Studi Milano Bicocca (“Polveri in ambiente e rischio per la salute”): “Dobbiamo riuscire a prestare più attenzione ai particolati di dimensioni più piccole, alle particelle ultrafini e alle nanoparticelle perché più le frazioni sono piccole, più gli effetti negativi sulla salute si accentuano. Questo spiega anche perché la diminuzione del Pm10 non è stata accompagnata da un calo dei ricoveri o delle patologie associate al particolato”.
Riassumendo, cerchiamo di analizzare la situazione per punti:
  1. Milano è in una zona difficile per l’inquinamento.
  2. La stanza in cui siamo, poco ventilata, si riempie di fumo a causa soprattutto del riscaldamento. Ma viene considerato più vantaggioso colpire le automobili. Probabilmente perché alle auto esiste un’alternativa pubblica, al riscaldamento no (e dove la caldaia è del comune la situazione è addirittura peggiore).
  3. Le misure contro le auto non stanno contribuendo in maniera determinante, ma non possiamo escludere che una mano l’abbiano data.
  4. Il trend degli inquinanti è positivo.
  5. La scienza è però un passo avanti, ed ogni volta che riduciamo un inquinante ne trova un altro.
  6. C’è probabilmente una morale in tutto questo, ma a determinarla è la nostra visione del mondo, non i dati.
In conclusione.
Non abbiamo soluzioni. E questo ci pone nella spiacevole situazione di non poter chiudere l’articolo con la sparata miracolosa. Quella che chiude le quinte e vi manda a casa felici. Siamo però qui a farvi riflettere su un dato di realtà: non possiamo dividerci in tifoserie. E non dobbiamo usare Milano come uno stadio. Non c’è un derby da vincere: c’è una città in cui vivere meglio. A partire dall’aria che respiriamo.
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mercoledì 8 gennaio 2020

Un “Re Magio” porta in dono una bestemmia…


Un egiziano di 21 anni ha bestemmiato in chiesa, ha tentato di raggiungere l’altare e ha danneggiato il leggio durante la messa.
E’ questa l’integrazione modello-Milano? E’ questo il rispetto per la nostra cultura?
Difficile immaginare come sarebbe finito un italiano che avesse fatto la stessa cosa in un Paese islamico.
Da noi 100 euro di multa, neanche una parola da parte del sindaco Beppe Sala e alzata di spalle da parte di tutti i buonisti da salotto: questo è il valore delle nostre tradizioni, che possono essere calpestate da tutti?
 fedeli che nella mattinata del 6 gennaio si sono recati presso la parrocchia della Beata Vergine Immacolata di Viale Corsica per la tradizionale Messa dell’Epifania, lo hanno visto salire sull’altare e poi urlare una bestemmia ad alta voce. Il tutto mentre, a pochi metri di distanza, il parroco recitava l’omelia. Secondo quanto ricostruito l’uomo, un 20enne egiziano già noto alle forze dell’ordine per episodi molesti, ha iniziato a insultare le persone presenti che hanno di conseguenza avvertito la polizia di Stato.
Giunti sul posto, gli agenti lo hanno arrestato per resistenza e denunciato per le bestemmie proferite: la multa che dovrà pagare è di 102 euro. Il 20enne, inoltre, aveva in tasca alcuni grammi di droga ed è stato accusato di detenzione di sostanze stupefacenti a fini di spaccio.
Cesare Mannucci

Nuovi finanziamenti agevolati e contributi a fondo perduto

Una breve panoramica delle più recenti opportunità in ambito finanza agevolata e contributi a sportello.
16 Dicembre 2019Tra bandi aperti e bandi di prossima apertura ci sono varie possibilità per chi intende fare impresa a partire dal 2020 avvalenedosi del supporto della finanza agevolata.
Vediamo alcuni dei principali finanziamenti agevolati e contributi a fondo perduto disponibili per l’avvio di attività su tutto il territorio nazionale.
Bandi nazionali
14 Ottobre 2019Uno dei principali bandi nazionali per l’avvio di una nuova attività è Nuove Imprese a Tasso Zero di Invitalia. Questa agevolazione è una occasione per avviare imprese in molte attività economiche classiche e non strettamente innovative, quali ad esempio bed & breakfast, alberghi, bar e ristoranti, palestre, centri estetici ed altre tipologie.
Il MiSE, tra l’altro, ha aperto un bando di Finanziamento a tasso agevolato fino a € 25.000 per favorire lo sviluppo della micro-imprenditorialità.
Si tratta di un finanziamento a tasso zero che copre fino al 75% delle spese totali, e può arrivare fino a un massimo di 1,5 milioni di euro, dando all’imprenditore o all’imprenditrice un’ottima opportunità per sviluppare al meglio il proprio business.
11 Dicembre 2019Un’altra opportunità è data dal bando Resto al Sud l’opportunità ideale per avviare una impresa nelle regioni del Mezzogiorno. Dedicato a tutti coloro che risiedono nelle regioni del Mezzogiorno – Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia – e a breve anche per chi risiede nelle aree del Centro Italia colpite dai terremoti del 2016 e 2017.
Gestita da Invitalia e rivolta agli aspiranti imprenditori, è un’agevolazione mista, composta da due contributi a fondo perduto e da un finanziamento a tasso zero, per una copertura complessiva che può arrivare fino a € 200.000, promossa al fine di sostenere l’avvio di nuove attività imprenditoriali nei territori indicati.
Bandi locali
Oltre a quelli citati ci sono altri bandi regionali per avviare nuove imprese che vale la pena segnalare, ovviamente la lista è solo indicativa e non esaustiva.
Le Camere di Commercio stanno avviando ad esempio una serie di bandi relativi a contributi a fondo perduto per le piccole e medie imprese su vari ambiti.
I contributi e i finanziamenti per avviare nuove attività sono numerosi anche a livello regionale, vi segnaliamo quelli più interessanti.
La Regione Toscana si concentra sull’avvio di nuove attività giovanili e femminili con il bando Microcredito a sostegno della nascita di nuove imprese giovanili, femminili e dei destinatari di ammortizzatori sociali nei settori manifatturiero, commercio turismo e terziario. Un’ottima opportunità per PMI, liberi professionisti ed aspiranti imprenditori che vogliono avviare o sviluppare la propria attività in Toscana con un sostegno pubblico.
Tra le agevolazioni più interessanti del Mezzogiorno c’è N.I.D.I. “Nuove iniziative d’impresa“ della Regione Puglia. Un contributo misto, composto da un contributo a fondo perduto ed un finanziamento agevolato dedicato a chi vuole avviare la propria attività in vari settori:
Per la regione Calabria segnaliamo:
·         PSR 2014/2020. Misura 3.2.1. Sotto-intervento C. Contributo a fondo perduto fino al 70% a sostegno delle attività di informazione e promozione relative al comparto olivicolo.
·         PSR 2014/2020. Misura 3.2.1 – Sotto-intervento B. Contributo a fondo perduto fino al 70% per attività di informazione e promozione relative al comparto vitivinicolo.
·         CCIAA di Cosenza. Contributo a fondo perduto sottoforma di voucher per l’attività di tutoraggio durante l’apprendistato di primo livello.
·         Contributo a fondo perduto fino al 20% per il sostegno e lo sviluppo dell’artigianato calabrese.
Per la Sicilia oltre a quanto precedentemente riportato segnaliamo:
·         PSR 2014/2020. Azione 4.4.d. Contributo a fondo perduto fino al 100% per investimenti finalizzati al contenimento dei fenomeni di erosione, di dissesto idrogeologico e recupero del paesaggio tradizionale.
·         PSR 2014/2020. Misura 8.3. Contributo a fondo perduto fino al 100% per sostenere la prevenzione dei danni arrecati alle foreste da incendi, calamità naturali ed eventi catastrofici.
·         Finanziamento a tasso agevolato a favore delle imprese agricole per la formazione di scorte.
Per la Sardegna riportiamo:
·         Bando Sardegna un’Isola Sostenibile. POR FESR 2014/2020. Misura 1.2.2. Contributo a fondo perduto a supporto dell’innovazione di prodotto e di processo in ambito turistico.
·         POR FESR 2014/2020. Azione 1.2.2. SARDEGNA VERDE. Contributo a fondo perduto fino all’80% per progetti di Ricerca e Sviluppo negli ambiti prioritari dell’edilizia sostenibile e della cosmesi naturale.
·         Contributo a fondo perduto a favore delle emittenti televisive locali.
La Regione Lazio supporta la nascita di nuove imprese promosse da giovani NEET, giovani tra i 18 e i 29 disoccupati, che non frequentano un regolare corso di studi, con la misura “Attività di accompagnamento all’avvio di impresa e supporto allo start-up di impresa”.
Con questo incentivo si promuovono servizi per il sostegno e lo sviluppo di idee imprenditoriali o percorsi che favoriscano le prospettive occupazionali legate all’autoimpiego.
Anche la Basilicata, con il Fondo Microcredito FSE 2014-2020, interviene per supportare la creazione di impresa e di attività di lavoro autonomo da parte di soggetti che hanno difficoltà di accesso ai canali tradizionali del credito.
I disoccupati che intendono avviare una microimpresa e i soggetti che intendono creare o ricevere sostegno per un’attività economica operante nel terzo settore, potranno accedere a un prestito da restituire a tasso zero.
In Lombardia segnaliamo alcuni bandi interessanti:
·         POR FESR 2014/2020. Azione 3.B.1.2. Contributo a fondo perduto fino al 70% per la partecipazione delle PMI alle fiere internazionali in Lombardia.
·         POR FESR 2014/2020. Azione 4.4.c.1.1. Contributo a fondo perduto fino al 100% per l’efficientamento energetico dei fabbricati esistenti e destinati a servizi abitativi pubblici.
Per la regione Emilia Romagna segnaliamo, tra l’altro:
·         PSR 2014/2020. Misura 6.4.01. Contributo a fondo perduto fino al 50% per la creazione e lo sviluppo di agriturismi e fattorie didattiche.
·         POR FESR 2014/2020. Azione 1.2.1. Contributo a fondo perduto per le attività di gestione dei Tecnopoli.
Per il Veneto segnaliamo:
·         PSR 2014/2020. Misura 6.4.1. Contributo a fondo perduto per la creazione e lo sviluppo di attività extra-agricole.
·         POR FESR 2014/2020. Azione 4.1.1. Contributo a fondo perduto fino al 90% per l’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare pubblico a destinazione residenziale.
Per le Marche vi riportiamo:
·         PSR 2014/2020. Contributo a fondo perduto per Progetti Integrati di Filiere Agroindustriali attivati in area cratere del sisma.
·         POR FESR 2014/2020. Azione 1.1.1. Contributo a fondo perduto fino al 60% per la promozione della ricerca e dello sviluppo negli ambiti della specializzazione intelligente.
·         POR/FESR 2014/2020. Azione 6.2.1. Contributo a fondo perduto fino al 100% per i servizi scolastici digitali.
Per la Umbria segnaliamo:
·         PSR 2014/2020. Misura 8.2.1. Contributo a fondo perduto per l’impianto e il mantenimento dei sistemi agroforestali.
·         Bando LIVING LAB. POR FESR 2014/2020. Azione 1.4.1. Contributo a fondo perduto fino al 60% per sostenere soluzioni innovative a specifici problemi di rilevanza sociale.
Per il Piemonte:
·         PSR 2014/2020. Misura 4.2.1. Bando B 2019. Contributo a fondo perduto fino al 40% per il sostegno a investimenti a favore della trasformazione e commercializzazione e/o dello sviluppo dei prodotti agricoli.
·         PSR 2014/2020. Misura 4.1.3. Contributo a fondo perduto per la riduzione delle emissioni di ammoniaca e gas serra in atmosfera.
Quanto sopra riportato è solo un estratto dei bandi che sono attualmente disponibili o che sono in fase di apertura.
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