Lo scorso 22 Marzo gli elettori andalusi si sono recati alle urne per il rinnovo del Parlamento regionale ed hanno confermato la storica egemonia del Partido Socialista Obrero Espanol ( Psoe) alla guida della Comunidad con il 35,4% dei voti. Tuttavia il quadro politico che si presenta alla neo presidente Susana Diaz è del tutto inedito: l’irruzione di Podemos, il partito degli “Indignatos”, che ottiene ben 15 seggi con il 15% dei voti; l’ingresso di Ciudadanos, partito centrista nato dieci anni fa in chiave unionista in Catalogna, che per la prima volta si presenta ad un’elezione locale fuori dalla Catalogna ottenendo ben 9 seggi con il 9,1% delle preferenze; la grande sconfitta del Partido Popular (PP), che perde circa mezzo milione di consensi ( si attesta infatti al 26,9%) e crolla da 50 a 33 seggi. Sembra ormai evidente che, per la prima volta dalle prime elezioni democratiche, il bipartitismo spagnolo stia entrando in crisi: i due partiti da sempre egemoni, Psoe e PP,che fino a tre anni fa sommavano ben l’80% dei voti ed oggi sono scesi al 62%, stanno attraversando una crisi di consensi senza precedenti, (iniziata con l’exploit di Podemos nelle ultime europee) crisi confermata dal fatto che i nuovi movimenti stanno prendendo piede anche la dove il Psoe è più radicato. L’Andalusia infatti è governata da ben 33 anni dai socialisti e rappresenta una roccaforte del Psoe, e nonostante la vittoria, quello odierno rappresenta il peggior risultato elettorale dal 1982. Con i suoi 47 seggi, Susana Diaz, subito dopo la vittoria ha affermato che manterrà la promessa fatta in campagna elettorale di non voler stringere alleanze con altre forze poiché, come lei stessa afferma, questa ampia maggioranza le ha dato una stabilità che prima non aveva, riferendosi evidentemente alla precedente turbolenta coalizione di governo con Izquierda Unida (IU), altro grande sconfitto di queste votazioni che scende da 12 a 5 seggi... (segue
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.