Infatti il Disegno di Legge noto come "Collegato Lavoro", che il Senato aveva definitivamente approvato il 3 marzo e che apporta una serie di modifiche riguardanti i permessi lavorativi retribuiti a chi assiste un familiare con grave disabilità, è stato rinviato alle Camere dal presidente della Repubblica. Fino dunque alla nuova approvazione e alla definitiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, quelle modifiche - delle quali resta da capire la reale portata - non sono vigenti
Come ampiamente riportato dagli organi di informazione, il presidente della Repubblica, avvalendosi delle prerogative concesse dall’articolo 74 della Costituzione, ha rinviato alle Camere il Disegno di Legge noto come "Collegato Lavoro", che il Senato aveva definitivamente approvato il 3 marzo scorso e che gli era stato sottoposto, come di rito, per la promulgazione. Il testo reca: Deleghe al Governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione di enti, di congedi, aspettative e permessi, di ammortizzatori sociali, di servizi per l'impiego, di incentivi all'occupazione, di apprendistato, di occupazione femminile, nonché misure contro il lavoro sommerso e disposizioni in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro.
Come già illustrato su questo sito [se ne legga cliccando qui, N.d.R.], l’articolo 24 di quella norma - non ancora vigente - prevede una modificazione sostanziale dell’articolo 33 della Legge 104/92 (la Legge Quadro sull’Handicap), in materia di permessi lavorativi retribuiti a chi assiste un familiare con grave disabilità. Tali modifiche riducono formalmente la platea dei beneficiari dei permessi (permessi solo ai parenti e affini fini al secondo grado, salvo ampie eccezioni), ma la disposizione contiene anche alcuni elementi su cui vi sono delle riserve tecniche e operative di non poco conto, dubbi tecnici non certo trascurabili, come l'abrogazione dell'obbligo di assistenza continuativa ed esclusiva verso gli stessi familiari con handicap grave. Questa confusa esposizione della nuova norma renderebbe tra l'altro del tutto inefficace l’intento limitativo sottolineato più volte dagli estensori del testo e in particolare dal ministro Brunetta.
Va precisato che fra i motivi che hanno spinto il Capo dello Stato a rinviare alle Camere il testo che gli era stato sottoposto, non vi sono riferimenti a questa modifica alla disciplina dei permessi, ma considerazioni ben circostanziate relative ad altri delicatissimi aspetti di diritto del lavoro.
Il testo verrà ora nuovamente esaminato dalle Camere, ma gli spazi di rettifica dell’articolo 24 sono assai ristretti. Nell'Audizione alla Camera della seduta di ieri [31 marzo, N.d.R.], il ministro Sacconi, ha anticipato che è nelle intenzioni del Governo limitare la nuova discussione ai soli articoli su cui il Capo dello Stato ha sollevato dubbi. La situazione è comunque molto fluida e questo intento potrebbe anche essere condizionato da altre necessità.
Nel frattempo, comunque, fino alla nuova approvazione e alla definitiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il Disegno di Legge non è vigente e le nuove indicazioni relative ai permessi lavorativi non sono applicabili. ((di Carlo Giacobini)
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