mercoledì 7 settembre 2011
Scuola, avvio di anno scolastico (e di polemiche). Una panoramica
Con l'avvio dell'anno scolastico, sono cominciate anche le polemiche e discussioni, la più significativa delle quali è quella sul nuovo dimensionamento delle istituzioni scolastiche del 1° ciclo dell'istruzione, sul quale Tuttoscuola ha fatto da apripista, redigendo un dossier scaricabile da tutti gratuitamente e offrendo un servizio personalizzato (questo per i soli abbonati vecchi e nuovi) sul numero di istituti che chiuderanno nei Comuni di appartenenza dei lettori che ce ne faranno richiesta.
Altri argomenti che fanno discutere sono il caro libri e le classi ghetto. Sul prezzo dei libri, il sito Studenti.it ha diffuso uno studio secondo il quale il 76 per cento acquisterà i libri nei mercatini dell'usato. Il Codacons ha calcolato un aumento medio di spesa per famiglia di circa l'8 per cento rispetto al 2010. Più contenuto l'aumento per l'osservatorio di Federconsumatori secondo cui l'aumento dei libri di testo si fermerebbe al 3 per cento, con una spesa di 481 euro (era di 468 nel 2010). Il Ministero ha inoltre ritoccato al rialzo i tetti di spesa in percentuale variabile tra l'1,4 e il 3,8 per cento a seconda della scuola. Unica nota positiva per le tasche degli italiani è l'aumento più contenuto, in linea con l'inflazione, del corredo scolastico, dagli astucci agli zaini: +2 per cento rispetto allo scorso anno.
L'altra fonte di tensione viene dalla disputa tra il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia e il ministro Mariastella Gelmini. Il ministro aveva chiesto di eliminare la prima classe dell'istituto elementare di via Paravia, nel quartiere San Siro di Milano. Il motivo della richiesta del ministro è nello scarso numero di studenti e nel fatto che sono tutti o quasi di origine straniere.
"E' incredibile pensare di risolvere un problema di integrazione con la discriminazione, chiudendo una classe importante", ha risposto il sindaco di Milano: "Lancio un appello ai genitori della zona perché iscrivano a quella elementare i loro bimbi in modo da risolvere il problema dal punto di vista tecnico, anche se temo che si tratti di un problema politico".
Ma a tormentare di più i sogni dei ragazzi, secondo i siti dedicati agli studenti, in questi giorni sarebbero i preparativi. Perché non basta aver brillantemente superato l'anno scolastico terminato tre mesi fa: i ragazzi mostrano di credere al vecchio proverbio "chi ben comincia è a metà dell'opera". Infatti, i siti internet a loro dedicati elargiscono consigli di tutti i tipi su come vestirsi il primo giorno o diventare il 'cocco del prof'. Il tutto, naturalmente, cercando di stancarsi il meno possibile.
Studenti.it offre tre consigli. Il primo consiglio è quello di "esprimere sempre una propria opinione", perché "tutti gli insegnanti amano gli alunni curiosi e con delle loro opinioni". Il secondo consiglio è "chiedere di ripetere un argomento" un atteggiamento che "dimostra agli insegnanti che vi sta a cuore comprendere meglio ciò che viene spiegato". Il terzo consiglio è "Saper cogliere il momento giusto" dato che "gli insegnanti odiano essere interrotti".
È ancora Studenti.it a offrire un 'catalogo' di moda mutuato dalle star americane. Dalla ragazza-maschiaccio rappresnetata da Emma Watson (la fidanzatina di Harry Potter per intenderci) con camicia bianca, cravattino e gonna tubino, alla soft punk Avril Lavigne con capelli lunghi e sciolti, canotta oversize colorata con borsa in tinta. Consigli semplici, ma di efficacia dubbia, come nota a nostro parere giustamente l'agenzia di stampa Agi, che ha raccolto queste curiosità dai siti dedicati ai ragazzi: "Quello che i siti dedicati agli studenti dimenticano di sottolineare, infatti, è che gli insegnanti sono persone dotate di una propria intelligenza e poco inclini a farsi prendere per il naso".
By tuttoscuola.com mercoledì 7 settembre 2011
lunedì 29 agosto 2011
A Milano, e non solo, le nomine con il passaparola! Le prossime con il piccione viaggiatore o i segnali di fumo?
Nell'epoca di Internet si sa tutto può succedere, ma che i singoli AT non procedano alle convocazione per i ruoli mediante telegramma, questa è davvero assurdo.
Così succede che alcuni chiamano con un filo di voce per chiedere quando ci sarà la convocazione per la loro classe di concorso, per poi scoprire che tale convocazione è per il giorno dopo. Con buona pace della tecnologia, credo che un momento così importante nella vita di tutti noi precari sia la messa nero su bianco. Anche perchè il rischio di caos è più che una certezza! D'accordo che siamo in tempi di crisi, ma bastava un'affrancatura a carico del destinatario, che in cambio di un posto finalmente fisso sarebbe ben felice, immagino, di dover pagare il francobollo. Povera Italia, dove andremo a finire....
S.D.
domenica 7 agosto 2011
Con il federalismo fiscale introdotti premi e sanzioni per gli amministratori pubblici
sabato 23 luglio 2011
Il costo della nostra politica
Per “legislatura”, nel diritto costituzionale, s’intende il periodo di durata effettiva del mandato parlamentare (5 anni) per ciascuna Camera, ad eccezione dello scioglimento anticipato (art. 88 Cost.), o proroga in caso di guerra (art. 60 Cost.). L'art. 61 comma II della Costituzione prevede la prorogatio dei poteri (e non della durata in carica) di ciascuna Camera in casi eccezionali, per il tempo indispensabile all'insediamento delle nuove Camere, un procrastinarsi di poteri inerenti l'ordinaria amministrazione.
Per “sessioni”: orari continuati di lavoro delle Camere inseriti tra una convocazione e l'aggiornamento dei lavori.Per “sedute”: le singole riunioni delle Camere. Ogni sessione consta di più sedute.
Dopo due anni e 6 mesi e un giorno di legislatura i Parlamentari acquisiscono il diritto ad una pensione vitaliziaNumerosi sono poi i benefit: aerei gratis, treni gratis, autostrade gratis, stadio gratis, musei gratis, viaggi all’estero telefono gratis, fotocopie gratis, corsi di lingue gratis; perfino gli occhiali sono gratis. Senza contare le polizze assicurative e il trattamento di fine mandato.
Vediamo più nel dettaglio:. Stipendio o indennità. (prevista dalla Costituzione all’art. 69, è determinata in base alla legge n. 1261 del 31 ottobre 1965. È fissata in misura non superiore al trattamento complessivo massimo annuo lordo dei magistrati con funzioni di presidente di Sezione della Corte di Cassazione ed equiparate. Tale misura è stata rideterminata in riduzione dall’art. 1, comma 52, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 (legge finanziaria per il 2006) Dal sito del Parlamento).
12 mensilità. L’importo mensile: euro 11.190,89 euro, lordo. (Cifra ridotta del 10% dopo la delibera dell’Ufficio di Presidenza del 17 gennaio 2006) netto è di 5.419,46 euro.- diaria per spese di soggiorno a Roma: mensilmente è di euro 4.003,11 al netto. (“sulla base della stessa legge n. 1261 del 1965. La diaria ammonta a 4.003,11 euro mensili. Tale somma viene ridotta di 206,58 euro per ogni giorno di assenza del deputato da quelle sedute dell’Assemblea in cui si svolgono votazioni, che avvengono con il procedimento elettronico. È considerato presente il deputato che partecipa almeno al 30 per cento delle votazioni effettuate nell’arco della giornata.”) Dal sito del Parlamento
- Rimborso forfettario dei costi per relazioni inerenti al rapporto tra eletto ed elettori: quota mensile 4.190 euro al netto. Tale cifra viene erogata tramite il gruppo parlamentare di appartenenza. Ai deputati non è previsto il rimborso per le spese postali a decorrere dal 1990. .....
LaPrevidenza.it, 26/07/2011
(D.ssa Mariagabriella Corbi)Documenti:
• | Costo della politica.html |
martedì 12 luglio 2011
Patto sviluppo, Formigoni: puntiamo su lavoro e welfare
Punta diritto al sostegno del lavoro e al rilancio del welfare regionale il Documento strategico annuale (Dsa) presentato dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, durante l'incontro del Patto per lo sviluppo svoltosi a Palazzo Pirelli. Il tutto tenendo conto della situazione di crisi economica e finanziaria mondiale che vede - ha spiegato il presidente - "la prima economia del mondo a rischio di fallimento. Siamo in una situazione fuori dal normale, con tutti i Paesi europei sotto minaccia d'attacco di una speculazione insidiosissima. Regione Lombardia ha messo in atto contromisure per sostenere la ripresa". Accanto a Formigoni il vice presidente Andrea Gibelli, gli assessori Romano Colozzi (Bilancio), Gianni Rossoni (Istruzione, Formazione e Lavoro), Domenico Zambetti (Casa), Stefano Maullu (Commercio), Raffaele Cattaneo (Infrastrutture e Mobilità), Giulio De Capitani (Agricoltura), Marcello Raimondi (Ambiente, Energia e Reti), Carlo Maccari (Semplificazione e Digitalizzazione), Luciano Bresciani (Sanità), i sottosegretari Paolo Alli, Alberto Cavalli, Massimo Zanello e i delegati del Presidente, Fabio Saldini, Roberto Baitieri e Monica Guarischi: assieme hanno dialogato con i protagonisti del mondo imprenditoriale, istituzionale e sindacale, condividendo - prima ancora della loro approvazione - le priorità del Dsa che la Regione ha individuato per rispondere alle sfide attuali e che sarà portato in Giunta nelle prossime settimane.Sono intervenuti, con accenti e sottolineature diverse, Carlo Sangalli (a nome di 'Rete imprese', che comprende commercio e artigianato); Alberto Barcella (Confindustria), Franco Bettoni (Unioncamere), Gigi Petteni (Cisl), Walter Galbusera (Uil), Nino Baseotto (Cgil), Franco Colombo (Confapindustria), Maurizio Ottolini (Confcooperative), Antonio Intiglietta (CDO), Attilio Fontana (Anci), Marco Accornero (Unione artigiani), Carlo Franciosi (Coldiretti), Giovanni Battista Pasini (Uncem) e Umberto Bertolasi (Confagricoltura).
IL RILANCIO DEL LAVORO - Obiettivo prioritario del documento è la promozione dell'area economica per il 2012. "Il Governo regionale - ha detto Formigoni - ha rinnovato l'attenzione alle imprese, che rappresentano uno dei principali elementi di forza del nostro sistema produttivo: condividendo l'approccio dello Small business act, intendiamo continuare a favorire l'aggregazione in reti d'impresa e incentivarne la proiezione internazionale". In quest'ottica rientra il bando Start Up d'impresa, del valore di 30 milioni di euro, pensato per le donne e i giovani, così come la creazione della Rete per l'affiancamento alle imprese in difficoltà (Raid) e, inoltre, l'accordo di programma con il Miur da 150 milioni di euro per incentivare la ricerca e l'innovazione. Nel contesto dell'affiancamento del mondo lavorativo rientrano le politiche di contrasto della disoccupazione giovanile e di tutela dei lavoratori meno protetti "per rilanciare - ha spiegato Formigoni - il lavoro come opportunità per tutti".
Soprattutto per quanto riguarda le crisi aziendali sarà rafforzata ulteriormente la sinergia con le categorie economiche e sociali e il Nucleo crisi coordinato dal vice presidente Andrea Gibelli e dagli assessori Gianni Rossoni e Giulio Boscagli.
Nel corso dell'anno prossimo la Giunta lavorerà anche al rafforzamento delle politiche di ricomposizione dei tempi della vita familiare e lavorativa. Uno dei Tavoli tecnici poi, all'interno del Patto, sarà quello del contrasto alla criminalità " per combatterla, nell'ambito delle nostre competenze, intendiamo fare il massimo".
LA RIFORMA DEL WELFARE - Snodo fondamentale del testo presentato è l'introduzione del nuovo modello di welfare "che comporta - ha sottolineato Formigoni - l'abbandono della logica dell'offerta verso un sistema centrato sulla domanda e che vedrà, tra l'altro, la funzione di acquisto dei servizi in parte trasferita all'utente e la funzione di accreditamento nettamente separata dalla contrattazione". L'obiettivo prioritario è quello di promuovere un welfare economicamente sostenibile, ma anche più aperto, partecipato e plurale, "capace di rispondere a bisogni sempre più articolati di persone e famiglie, e di valorizzare le risposte che le realtà sociali esprimono". Un tema che assumerà sempre maggiore importanza all'interno dell'azione regionale, sarà quello della qualità dell'abitare, "per il quale - ha anticipato il presidente - stiamo lavorando alla definizione di un Patto regionale". Formigoni ha anche evidenziato che nonostante i sempre minori trasferimenti statali anche quest'anno Regione Lombardia riuscirà a garantire i contributi previsti dal Fondo sostegno affitti con un investimento di oltre 41 milioni di euro. Nella gestione del sistema sanitario e di welfare, il Governo lombardo sosterrà la continuità dei processi di cura entro una nuova rete integrata di servizi sanitari, sociosanitario e sociali.
SEMPLIFICAZIONE E INNOVAZIONE - Per quanto riguarda l'area istituzionale, Regione Lombardia ha in programma di proseguire sulla strada del federalismo, "continuando nel suo ruolo innovatore e propulsore, con il duplice obiettivo di valorizzare al massimo le proprie competenze e accrescere l'autonomia degli Enti locali". Semplificazione, innovazione e digitalizzazione sono gli strumenti con cui Regione Lombardia intende liberare le risorse e moltiplicare le opportunità". In questa direzione rientrano l'opera di digitalizzazione e la copertura totale del territorio lombardo con la banda larga entro il 2012.
LA TUTELA DEL TERRITORIO - Le politiche regionali per il territorio confermeranno per il 2012, da un lato, l'attenzione alla tutela e alla conservazione, dall'altro tenderanno a reindirizzarsi verso obiettivi di valorizzazione e sviluppo sostenibile. "In materia di tutela dell'ambiente - ha detto ancora il presidente lombardo - daremo particolare attenzione alla valorizzazione delle peculiarità territoriali per raggiungere gli obiettivi nazionali del cosiddetto pacchetto clima UE 20/20/20". Parallelamente la Giunta riconoscerà all'agricoltura un rinnovato valore economico. In tema di sviluppo del territorio rientra il lavoro di preparazione dell'Expo 2015 come "una grandissima opportunità di coinvolgimento e partecipazione di tutti gli attori del territorio e della società civile".
IL PATTO DI STABILITA' TERRITORIALE, 70 MILIONI PER I PIU' VIRTUOSI - Formigoni, chiudendo i lavori, ha anche annunciato che l'assestamento di bilancio prevede di destinare 70 milioni di euro al Patto di stabilità territoriale per gli enti più virtuosi. "Grazie alla positiva collaborazione con Anci e Upl entro settembre definiremo gli indicatori di virtuosità dei comuni affinchè si possano già mettere in pratica dal 2012".
"Abbiamo assoluta consapevolezza del momento di grande difficoltà che stiamo attraversando - ha concluso Formigoni. E il futuro ci riserva ulteriori interventi di virtuosità e contenimento della spesa, ma la Lombardia, con il nostro sistema regionale, ha l'ambizione di andare avanti insistendo sui nostri pilastri: la persona, la famiglia, il capitale umano, il lavoro e la sussidiarietà".
(Ln - Milano -Lombardia Notizie)lunedì 11 luglio 2011
Scuola/ Presidi, in arrivo concorso ma migliaia posti salteranno
«Norma manovra ne cancellerà 1.800 perché su scuole pochi alunni»
«Tagli maggiori al sud.In arrivo pure fusioni da infanzia a medie »
Roma, 11 lug. (TMNews) - Mentre il ministero dell'Istruzione sta ultimando le procedure per assumere 2.386 nuovi presidi, venerdì dovrebbe uscire il bando in gazzetta ufficiale, dalla manovra finanziaria giungono disposizioni che nei prossimi mesi faranno sparire tantissimi posti come dirigente scolastico: il cosiddetto 'dimensionamento' delle scuole, le procedure che porteranno alla cancellazione o all'accorpamento degli istituti più piccoli, provocherà la sparizione di tutti i capi d'istituto, si stima fino ad oltre 1.800, che oggi operano negli istituti con meno di 500 alunni.
Se dovesse realizzarsi per intero quanto contenuto nel V comma dell'articolo 19 della manovra economica, circa 1.500 presidi spariranno perché titolari di scuole con un numero di alunni compreso tra 300 e 499; altri 300 posti si dissolveranno perché legati addirittura a realtà scolastiche come meno di 300 alunni (35 collocate nelle regioni del nord, oltre 200 al sud e nelle isole).
Secondo Reginaldo Palermo, redattore del periodico 'La Tecnica della Scuola', siamo di fronte ad un fenomeno che per il settore potrebbe rivelarsi "un vero e proprio tsunami". Che però non colpirà indistintamente tutte le zone d'Italia, ma si concentrerà soprattutto al meridione
"I dati - continua Palermo - mettono in evidenza che il fenomeno delle scuole sottodimensionate è tipico di alcune regioni e che in qualche provincia è addirittura una regola. In Campania, per esempio, sono concentrate quasi 350 scuole fuori regola: più di 60 con meno di 300 alunni, le altre con un numero di alunni compreso fra 300 e 500. E in questa regione l'applicazione delle nuove regole comporterebbe problemi e difficoltà a non finire, ai fini dell'assunzione dei vincitori di concorsi, dal momento che le sedi attualmente libere sono solamente 150".Ma ci sono anche i casi della Sicilia (più di 200 scuole sottodimensionate, di cui una trentina con meno di 300 alunni), della Calabria (180, con 35 a meno 300 alunni), della Puglia (quasi 200 scuole). Molti problemi potrebbero esserci anche nelle piccole regioni dell'Abruzzo (80 scuole non in regola) e del Molise (una cinquantina). Nelle regioni del nord la situazione sembra sotto controllo anche se in Piemonte e in Lombardia si contano una settantina di scuole con un numero di alunni inferiore a 500: ma in queste due regioni i posti vacanti sono diverse centinaia.
"Molti sperano comunque che la norma venga modificata in fase di conversione in legge del decreto. L'ipotesi più probabile è che la norma resti ma che vengano definiti tempi più distesi per la sua applicazione". Nel frattempo, però, potrebbe entrare a regime un'altra norma prevista sempre dalla manovra ora all'esame del Parlamento: si tratta della fusione degli istituti vicini a livello di scuola d'infanzia, primaria e media. In questo caso ad essere coinvolti nel 'dimensionamento', che dovrebbe partire già "a decorrere dall'anno scolastico 2011-2012", sarebbero addirittura più di 3mila.
"Non è affatto detto però - conclude l'esperto de 'La Tecnica della Scuola' - che possano essere tutte accorpate: le più grandi, con più di mille alunni, rimarranno necessariamente autonome, mentre per alcune, probabilmente nell'ordine delle centinaia, la fusione si attuerà. Anche in questo caso riguarderà le scuole più piccole". Facendo scomparire altri ulteriori posti da dirigente scolastico
Fonte virgilio notizie
martedì 5 luglio 2011
Manovra - La bozza inviata al Presidente della Repubblica su Blog di Dino Dono 2011
lunedì 4 luglio 2011
Part-time: una circolare per le amministrazioni
«Nel Collegato lavoro trovano spazio anche norme riguardanti alcuni aspetti del lavoro pubblico e della trasparenza nell’amministrazione dello Stato.»
Un’apposita circolare, è stata inviata dai ministri Brunetta e Carfagna e dal sottosegretario Giovanardi a tutte le amministrazioni pubbliche, per chiarire i dubbi in merito all’applicazione della normativa sul part-time nel pubblico impiego. Con il collegato lavoro è prevista, in sede di prima attuazione, la possibilità per le amministrazioni di rivedere le situazioni di part-time già in essere al momento dell'entrata in vigore del decreto legge n. 112/2008, accordando un potere unilaterale speciale per ricondurre i rapporti a tempo pieno nel rispetto dei principi di buona fede e correttezza. Tra le novità della disciplina, l'eliminazione, in via generale, di ogni automatismo nella trasformazione del rapporto, che attualmente è subordinato alla valutazione discrezionale dell'amministrazione interessata. Sui presupposti della trasformazione del rapporto di lavoro è intervenuta, appunto, il 30 giugno 2011, una circolare indirizzata a tutte le Amministrazioni Pubbliche, con cui i ministri per le Pari Opportunità e per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione e il Sottosegretario con delega alla Famiglia, Carlo Giovanardi definiscono i punti salienti della disciplina. La circolare contiene quindi delle raccomandazioni per indirizzare le scelte delle pubbliche amministrazioni nelle eventuali situazioni di contenzioso, evidenziando soprattutto i casi in cui i pubblici dipendenti sono titolari per legge di un diritto alla trasformazione (come nel caso dei malati oncologici) o di un diritto di precedenza alla trasformazione (come nel caso di dipendenti che assistono persone disabili o hanno figli minori di tredici anni).
venerdì 17 giugno 2011
Milano città per l’Italia
Milano città per l’Italia, che con le altre grandi città del Nord opera
per un vero federalismo di responsabilità e solidale, che riconfermi
il patto unitario della Costituzione e della Repubblica.
Una città che si impegna con le altre per le grandi reti e le aziende
partecipate per le nuove politiche energetiche e ambientali, per la
collaborazione tra i sistemi universitari, per il rapporto con il Nord
e il Centro Europa come con l’area mediterranea;che si propone
ancora e di nuovo come riferimento nei settori più avanzati delle
nuove scienze e tecnologie, della produzione culturale e della
innovazione.
Leggi tuttomercoledì 15 giugno 2011
Ecco quanto guadagnano i dirigenti del Comune di Milano
TU COSA NE PENSI? Dillo by e-mail a: dinodono1@..........
Navigando sul sito Web del Comune di Milano alla voce ”Operazione trasparenza” prima delle Elezioni comunali del 29 e 30 maggio 2011 2011 abbiamo scoperto :
- i curriculum vitae
- gli indirizzi di posta elettronica
- i numeri telefonici ad uso professionale dei Dirigenti
- i curriculum vitae dei dipendenti titolari di posizione organizzativa redatti in conformità al vigente modello europeo
- i dati relativi ai tassi di assenza e presenza del personale aggregati per ciascun ufficio dirigenziale
L’importo indicato nella colonna “Altro” si riferisce ad ogni altro emolumento non compreso nelle voci delle colonne precedenti (es. incentivi Legge 109/94) e s.m.i. (Legge Merloni), compensi forensi, diritti di segreteria Legge 312/80.
Per ulteriori informazioni:
Servizio Relazioni Sindacali e Sistema Informativo del personale
Via Bergognone 30
Tel. 02.884.52238-41-46
martedì 14 giugno 2011
"Sicilian Fish on the Road" 2011
«16 giugno a Milano presso il villaggio “Sicilian Fish On The Road” a Piazza Duca D’Aosta(foto)»
lunedì 13 giugno 2011
CRISTINA TAJANI Assessore alle Politiche per il lavoro, Sviluppo economico, Università e ricerca
By www.comune.milano.it/
Cristina Tajani, 32 anni, è nata a Terlizzi in provincia di Bari. Sposata, vive a Milano dal 1997. Laureata presso l’Università Bocconi in Discipline Economiche e Sociali, ha conseguito il dottorato di ricerca in Scienze del Lavoro presso l'Università degli studi di Milano. E' specializzata in economia del lavoro, sociologia economica, relazioni industriali. Come ricercatrice ha dedicato particolare interesse ai metodi quantitativi per la valutazione delle politiche pubbliche.
Per l’osservatorio congiunto Assolombarda-Cgil-Cisl-Uil ha curato i 5 rapporti intitolati “Il lavoro a Milano”.
Ha pubblicato diversi saggi sul tema del precariato e dello sviluppo locale. Collabora con siti e giornali dedicati a questi argomenti.
domenica 12 giugno 2011
FRANCO D'ALFONSO Assessore al Commercio, Attività produttive, Turismo, MarKeting territoriale
Chi è Franco D'Alfonso
Dal 1984 al 1998 è stato manager in Fininvest e Mediaset, dove ha ricoperto la carica di direttore delle produzioni internazionali. La sua vita professionale in ogni caso è principalmente incentrata sulla consulenza aziendale nel campo della telecomunicazione e dei media, con esperienze in Alfa Romeo, Finmeccanica e Italtel. E' stato inoltre amministratore delegato di numerose aziende in settori diversi, dalla discografia al turismo. Giornalista pubblicista dal 1975, è editorialista per quotidiani e periodici locali e nazionali. Socialista storico milanese, è animatore di vari circoli e organizzazioni nati dopo la dissoluzione del Psi.
Dal 2006 al 2008 è stato vicepresidente dell’ANMC – Associazione Nazionale Mutilati Invalidi Civili di Milano.
Dal 1992 al 1997 è stato Consigliere d’amministrazione del Piccolo Teatro di Milano, nel periodo della direzione artistica di Giorgio Strehler.
E’ stato coordinatore e organizzatore della Lista Milano Civica per Pisapia Sindaco.
venerdì 6 maggio 2011
Le dimissioni di Cipollone dall'Invalsi e di quasi tutti i direttori generali del MIUR
Le dimissioni di Piero Cipollone dalla presidenza dell’Invalsi, l’istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione, rappresentano l’ultimo atto di una reazione a catena che ha visto le dimissioni di quasi tutti i direttori generali del MIUR e l’incapacità del Ministro di procedere alle sostituzioni in tempo reale e con persone di alta competenza.
Piero Cipollone è stato nominato presidente dell’Invalsi il 4 agosto 2008 e in questi due anni ha guidato l’attività dell’Istituto soprattutto nella fase di rilancio della rilevazione degli apprendimenti degli studenti e nell’attuazione della prova scritta nazionale per l’esame di licenza.
Cipollone, prima di approdare all’Invalsi, è stato ricercatore del Servizio studi della Banca d’Italia, dove ha svolto anche una attività di rappresentanza presso università estere (Visiting Scholar presso l’Università della California a Berkeley, Dipartimento di Economia).
Piero Cipollone lascia la presidenza dell’INVALSI, per andare a occupare uno dei 24 posti di direttore esecutivo alla Banca Mondiale a Washington.
Al Ministro spetta eseguire le leggi, al Parlamento spetta farle. Un Ministro è il ministro dell’intero Paese, non può fare campagna elettorale per un partito. Il Ministro deve dedicarsi a tempo pieno al suo compito, stare al Ministero e visitare le scuole. Il Ministro deve capire che non è materialmente possibile ridurre ancora il personale ATA, capire perché il 2 maggio sia ancora bloccato l’organico nelle scuole superiori, perché non si sappia nulla dei nuovi indirizzi di studio, perché simetta in soprannumero il personale di ruolo, perché si pensionino d’ufficio gli ispettori ai quali poi si offra un contratto di consulenza.
Insomma, cominciamo ad avere l’impressione di essere su una nave senza nocchiero in piena tempesta.
Quando i colleghi presidi di Brescia ci comunicarono preoccupati che era stato nominato Ministro il loro ex assessore all’agricoltura che non aveva dato prova di particolari capacità, non gli abbiamo creduto, ma ora ci dobbiamo ricredere.
di Roberto Tripodi, Presidente regionale ASASI Preside ITI Volta Palermo
Consulente della V Comm. Legisl. A.R.S.
lunedì 18 aprile 2011
PA: INDAGINE CORTE DEI CONTI SULLE DIRIGENZE
mercoledì 13 aprile 2011
Doppia preferenza di genere: scelta consapevole e non frutto di automatismo
lunedì 4 aprile 2011
In fiera un convegno per “nutrire” il progresso scientifico
lunedì 28 marzo 2011
Federalismo: si della Camera al fisco regionale e provinciale
Tagli ai disabili, Gelmini condannata, dovrà ripristinare le ore di sostegno e pagare le spese.
mercoledì 23 marzo 2011
Al Via lo Sportello Antistalking Anziani On line
Presso la sede dell' associazione I.U.S - Via Olona n.19 è attivo il nuovo Sportello Antistalking, al quale possono accedere i cittadini anziani. Lo sportello è aperto al pubblico il giovedì dalle 14.00 alle 17.00 ed ha una linea telefonica sempre attiva al n. 3466872531. L'indirizzo di posta elettronica è: sportello.antistalking@gmail.com
-«[Le condotte di minaccia o molestia devono essere “reiterate”, sì da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura nella vittima ovvero un fondato timore per la propria incolumità o per quella di persone vicine o, infine, costringere la p. l. a modificare le sue abitudini di vita. leggi tutto »]
- [ACCADE al C.S.R.C. per Anziani " Ricordi"
- «Il Presidente del C.S.R.C. per Anziani, rivendicando il Comando assoluto del Centro, non fornisce informazioni sulla gestione 2010 e ignora gli impegni assunti »
- «Richiamato in servizio il tesoriere Salluzzi nominato con atto unilaterale del Presidente il 24 luglio 2010»
- « I membri del Comitato di gestione Bongiovanni, Donofrio, Notarnicola e Miranda alla presenza della dott.ssa Irene Pirali in data 15 marzo 2011 nei locali del Centro
anticipano la sfiducia al Presidente Rubano » leggi tutto ]
-[Aggressioni psicologiche agli anziani in aumento
L'abuso nei confronti delle persone anziane è estremamente diffuso, anche se solitamente non viene denunciato, ed ha pesanti costi finanziari ed umani.È difficile ottenere informazioni accurate sulle reali dimensioni, ma i dati provenienti dal National Elder Abuse Incidence Study (NEAIS) denunciano un fenomeno in crescente aumento.
leggi tutto ]
Lo stalker non si ferma davanti a niente
« Inizialmente si consiglia di richiedere l’”Ammonimento del Questore” rivolgendosi all’ufficio di Polizia più vicino. Nella richiesta d’ammonimento dovrà riferire esattamente tutte le notizie dei fatti verificatisi, indicando i testimoni che hanno assistito alle vicende. Successivamente, se lo stalker non desisterà dal suo comportamento, si potrà sporgere querela ed in questo caso la procedibilità diverrà d’ufficio.»
Per saperne di più, clicca QUi
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martedì 15 marzo 2011
Giustizia: dal governo proposta di riforma costituzionale
Dossier “Riforma della giustizia: approvato il disegno di legge costituzionale”
lunedì 7 marzo 2011
L'immigrato non ruba lavoro
effetti controintuitivi di Gianmarco Ottaviano, ordinario
di economia politica alla Bocconi»
Delocalizzazione e immigrazione sono spesso ritenute responsabili della distruzione di posti di lavoro nei settori manifatturieri in Italia. Tuttavia, mentre la contrazione di questi settori negli ultimi decenni è innegabile, valutare la responsabilità della globalizzazione è difficile. Da un lato, la delocalizzazione dei processi produttivi o l’impiego di immigrati per svolgerli riduce direttamente il numero di posti disponibili per i lavoratori italiani. Dall’altro, la riduzione di costi associata a queste forme di riorganizzazione promuove la competitività delle imprese, che a loro volta possono generare nuovi posti di lavoro anche per i lavoratori italiani. L’effetto netto dipende da svariati fattori, anche istituzionali, tra cui non solo la flessibilità del mercato del lavoro e del prodotto, ma anche la capacità di reinventare l’organizzazione e la divisione dei compiti all’interno dell’impresa.
Per meglio capire come gestire efficacemente queste sfide e opportunità sarebbero di straordinaria importanza analisi empiriche comparate a livello internazionale in grado di evidenziare i punti di forza e di debolezza dei vari sistemi paese. In attesa di tali analisi, per ora indisponibili, lo stato del dibattito può essere esemplificato da un recente studio effettuato negli Stati Uniti su 58 settori manifatturieri dal 2000 al 2007 (Ottaviano, Peri, Wright, Immigration, offshoring and American jobs, National Bureau of Economic Research, working paper No. 16439, Cambridge, Mass., 2010).
Lo studio tiene dovuto conto di un fatto noto ma spesso dimenticato, e cioè che, come gli altri paesi occidentali, anche gli Stati Uniti hanno conosciuto nelle ultime decadi un calo strutturale dell’occupazione manifatturiera, dovuto alla transizione da un’economia industriale a un’economia di servizi, che quindi poco ha a che fare con la globalizzazione di per sé. In quest’ottica, la domanda giusta da porsi è se i settori manifatturieri più esposti a delocalizzazione o immigrazione abbiano perso più o meno posti di lavoro per americani rispetto agli altri settori.
Secondo lo studio, la delocalizzazione ha ridotto la quota di posti di lavoro per americani e immigrati, mentre l’immigrazione ha sì intaccato la quota di posti di lavoro delocalizzati, ma senza avere effetti significativi sulla quota di posti di lavoro per americani. In termini di mansioni svolte, la delocalizzazione ha spinto i lavoratori americani verso mansioni in media più complesse e meno routinarie e gli immigrati verso mansioni meno complesse e più routinarie. Al contrario, l’immigrazione non sembra aver avuto effetti rilevanti sul tipo di mansioni svolte dai lavoratori americani. Guardando, tuttavia, ai livelli di occupazione, invece che alle quote, la delocalizzazione non ha avuto alcun effetto rilevante sul numero di posti di lavoro per americani mentre l’immigrazione sembra aver avuto su di essi un piccolo impatto positivo. Questo testimonia l’effettiva esistenza di un effetto positivo della delocalizzazione e dell’immigrazione sulla competitività delle imprese, manifestatosi in un’espansione relativa dell’occupazione di lavoratori americani nei settori più esposti a tali fenomeni.
Nel loro insieme questi risultati indicano che, specializzandosi nelle mansioni meno complesse, gli immigrati hanno ridotto la gamma di mansioni delocalizzate senza influenzare granché il livello di occupazione e il tipo di mansioni dei lavoratori americani. I lavoratori all’estero, invece, hanno sottratto mansioni di complessità intermedia ai lavoratori americani, spingendoli verso mansioni più complesse e meno routinarie. Ciononostante, l’effetto positivo della delocalizzazione sulla competitività e la capacità di espansione delle imprese ha più che indirettamente neutralizzato qualunque effetto negativo sul livello complessivo di occupazione dei lavoratori americani.
Questo è quanto è successo negli Stati Uniti dal 2000 al 2007. Se sia accaduto o possa accadere anche in economie meno flessibili (dentro l’impresa e fuori da essa) come quelle dell’Italia e di altri paesi dell’Europa continentale, è ad oggi una questione aperta.
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martedì 1 marzo 2011
Insegnanti kaputt
Per una volta, vorrei ricordare di essere (stato) figlio di due insegnanti, che per tutta la vita si sono considerati sacerdoti dello Stato unitario. Credo che da sabato troveranno ancor meno pace nelle loro tombe. Un rinviato a giudizio per prostituzione minorile e concussione si aggrappa al potere e alla credibilità facendosi garante presso una parte della Chiesa contro un milione di maestri elementari, professori di ginnasi, licei e istituti, presidi e collaboratori scolastici, e contro un altro milione almeno di cittadini “diversi” in natura (gay) o all’anagrafe (singoli), che aspirerebbero a un’unione di fatto o a un’adozione. Il tutto, mentre dall’altra sponda del Tevere si cannoneggia contro i medici per aborti «presunti terapeutici» e i farmacisti per la pillola del giorno dopo. Sembra che il momento del massimo inabissamento morale delle nostre istituzioni rappresentative venga colto dalla parte più reazionaria della gerarchia per esasperare in termini di guerra religiosa ciò che andrebbe risolto con pragmatico realismo; e per ottenere ulteriori vantaggi legislativi e finanziari dal governo morente: come si deduce dalla comunicazione della stessa Conferenza episcopale, che nell’ultimo anno il numero degli studenti iscritti all’ora di religione è diminuito di un altro 1 per cento mentre il numero degli insegnanti di religione (prevalentemente laici e donne) è aumentato di altre 1200 unità.Ci dispiace per i tanti cattolici onesti, a cominciare dai nostri familiari, ma da cittadini siamo interessati innanzitutto alle istituzioni democratiche, sottoposte al fuoco del raìs di Arcore: e ci rivolgiamo ai ragazzi, agli insegnanti, a madri e padri perché il 12 marzo vadano alla manifestazione di Articolo 21 “Per la Costituzione e per la Scuola”, in continuità con la manifestazione delle Donne; e ci rivolgiamo al supremo garante delle istituzioni, il presidente della Repubblica, pregandolo di lavare il fango contro la scuola dello Stato con lo stesso stile e contenuto culturale dell’incontro della scorsa settimana, promosso al Quirinale, su funzione e sviluppo della lingua nei 150 anni dell’unità. Centocinquant’anni fa in Italia il 70 per cento della popolazione era analfabeta.Questo era il prodotto del feudalesimo degli stati e del monopolio scolastico della Chiesa. Sarebbe fondamentale che le grandi istituzioni culturali tornassero al Quirinale per una riflessione sui 150 anni della scuola pubblica in Italia. Il vecchio provveditore Nicola D’Amico, per anni collaboratore scolastico del Corriere della Sera (che oggi relegava la rivolta di scuole e famiglie contro Berlusconi a pagina 14), ha appena pubblicato una monografia di 800 pagine Storia e storie della scuola italiana (Zanichelli): che parte dalla riforma sabauda del 1859, legge Casati.Con la quale si iniziò la civilizzazione degli italiani e continuò il braccio di ferro tra lo stato moderno e la chiesa, iniziatosi nel 1851 con le leggi Siccardi.Quel braccio di ferro continua, come si vede, e le cialtronaggini dette sabato ai “cristiani riformisti” (riformisti?) contro la scuola pubblica ne sono un’aggiunta elettorale.La destra è impegnata da anni su un doppio binario, a parole manda alla scuola direttive europee, come «lavorare per competenze ». Nei fatti, Tremonti, Gelmini, Brunetta stravolgono finanziamenti, ordinamenti, programmi, corpi docenti, riducono le ore di presenza a scuola, si evade dai laboratori dove bisognerebbe tradurre in progetti le nozioni apprese teoricamente in aula; gli insegnanti non si aggiornano e vengono accusati di “fancazzismo” dalle Pravde arcoriane, le non poche famiglie che applaudono a Ruby tirano fuori gli artigli contro maestri e professori se solo si permettono di redarguire o dare un’insufficienza ai figli, resi scostumati e ignoranti dalla scostumatezza e dall’ignoranza di quelle famiglie.Purtroppo, errori di pedagogia, che hanno spinto verso questi traguardi, sono stati compiuti non solo da ministri dell’istruzione che nei primi decenni della repubblica “democratizzarono” la scuola pubblica e con quella splendida copertura ne iniziarono la tacita dequalificazione a favore della scuola a pagamento; ma anche da spiriti missionari cattolici e comunisti, come don Milani e Gianni Rodari, troppo ossequiati dalla cultura acritica. Ora, benché tardi, la cultura laica riporta anche loro alle loro responsabilità.Paola Mastrocola ha fatto centro nuovamente con Togliamo il disturbo.Saggio sulla libertà di non studiare (Guanda); e ci sgomenta il suo quadro di menomazione intellettuale dei ragazzi, invano mascherata dal luddismo di telecomando, tastiera, cd, pc, iPod, iPad, palmari, telefonini multiuso (compreso l’autofotografarsi lascivo) che al vescovo di San Marino, intervistato dalla Stampa, non dice nulla, come nulla dice «la moralità del premier perché il problema sono i Dico e le leggi laiciste».Don Milani – ha ricordato Cesare Segre parlando della Mastrocola – predicò in buona fede «contro il babau del nozionismo, svalutando cioè il concetto di nozione come conoscenza: donde l’avversione per il sapere letterario e in particolare linguistico, considerati appannaggio dei ricchi». E sempre in buona fede l’ottimo Gianni Rodari decretò «la vittoria della fiaba sulla razionalità e sulla storia», e trasformò l’aula scolastica in palcoscenico, dove gli scolari, «distolti dallo studio, mettevano allegramente in gara la loro pretesa inventività ».I risultati di quella «scuola del fare» sono uguali ai risultati di questo «governo del fare», forma senza sostanza, smanettamenti senza dottrina, affabulazione senza nozioni, bunga bunga senza amore, distruzione senza ricostruzione.Così Mario Draghi dice che stiamo uccidendo la nostra potenziale maggiore ricchezza, i giovani.Ma per questo delitto sono competenti i cittadini, non i pm.
martedì 22 febbraio 2011
Conferenza della Repubblica,nuova sede di confronto per il sistema delle Autonomie
il 18 febbraio 2011 si avvia il percorso volto ad istituire la
Conferenza della Repubblica, un nuovo modello organizzativo
che assorbe al suo interno e sostituisce le attuali conferenze:
Conferenza Stato-Regioni, Conferenza Stato-Città ed Autonomie
locali e Conferenza unificata.
Il provvedimento individua nella Conferenza della Repubblica,
la nuova sede di confronto, concertazione e attuazione del
principio di leale collaborazione tra lo Stato e le autonomie
regionali e locali.
Con l'istituzione della Conferenza della Repubblica vengono definiti
tempi e procedure più celeri nell'esame dei provvedimenti,
oggetto di confronto tra Stato, Regioni ed Autonomie locali.
Con riguardo al funzionamento della Conferenza, i decreti
delegati dovranno disciplinare le modalità di votazione
delle sedute, stabilire termini perentori per l'acquisizione
dell'assenso delle autonomie regionali e locali sui
provvedimenti del Governo, nonché disciplinare i casi di mancata
partecipazione ovvero di astensione alla votazione
alle sedute della Conferenza della Repubblica e delle Sezioni,
secondo criteri di semplificazione e di celerità, stabilendo
la validità della votazione sulla base dei presenti.
Al fine di migliorare i lavori della Conferenza e delle
Sezioni, si prevede: l'istituzione di commissioni
permanenti politiche, suddivise per settori, con il compito
di esprimere la propria posizione ai fini della deliberazione
della sede plenaria e delle Sezioni; l'introduzione di una
disciplina della fase istruttoria delle sedute della Conferenza
della Repubblica e delle Sezioni svolta mediante le riunioni
tecniche preparatorie, prevedendone forme di pubblicità
e stabilendo la necessità della conclusione dell'istruttoria
tecnica ai fini dell'iscrizione degli argomenti all'ordine
del giorno della Conferenza, delle Sezioni e delle predette
commissioni; la costituzione di gruppi di lavoro nell'ambito
della Conferenza della Repubblica e delle Sezioni,
con compiti di approfondimento istruttorio tecnico e politico.
Leggi La Conferenza della Repubblica: nuova sede di confronto tra Stato ed autonomie regionali e locali
lunedì 21 febbraio 2011
Anche la politica fa le bolle
La crisi finanziaria ed economica ha contribuito a diffondere il termine di bolla finanziaria. In realtà questi eventi si sono sempre manifestati da quando è stato possibile l’investimento in valori mobiliari e immobiliari, ma l’estensione e il volume delle transazioni finanziarie, oggi, hanno aumentato enormemente il loro numero e la loro intensità. La formazione delle bolle finanziarie è legata a una componente più emozionale che razionale dell’animo umano, infatti quando vengono a formarsi condizioni economiche e finanziarie che alimentano aspettative di crescita dei valori mobiliari (azioni, obbligazioni) e immobiliari (prezzi degli immobili) i risparmiatori sono spinti ad approfittare del momento favorevole per comperare questi titoli e questi beni contribuendo così a farne aumentare il valore. In questo modo, si viene a formare un processo euforico che si autoalimenta illudendo tutti che questa condizione positiva non finirà mai e così il mercato comincia a vivere, sempre più, una sua vita indipendente dalla realtà, la bolla finanziaria. Fino a quando qualcuno comincia a vendere in modo da invertire la tendenza e così si precipita nella paura e nel caos delle perdite, che rendono quasi tutti perdenti.
Le bolle, però, per la loro natura emozionale, sono estensibili a tutti quei settori dove l’uomo viene condotto a decidere da fattori emozionali più che da quelli razionali; la sensibilità a questo tipo di messaggi ha ispirato, spesso, le campagne di marketing delle imprese orientandole verso un modello di consumismo diffuso. L’attenzione al consumo di beni e servizi, spesso voluttuari, non è dettato da un bisogno razionale ma dall’emozione che l’acquisto genera. Questa modalità emozionale dell’acquisto, promossa da una pubblicità che genera modelli di benessere illusorio, fa stare bene perché aiuta a identificarsi in un’immagine di se stessi che non corrisponde alla realtà ma ne anestetizza la possibile percezione dolorosa.
Tale modalità di comunicazione si è da tempo estesa alla comunicazione politica, indistintamente per partiti e per paesi; i politici hanno imparato a fare appello ai desideri degli elettori invece di proporre politiche in cui credevano. Gli elettori finiscono per scegliere quei candidati che dicono quello che loro desiderano, ma non necessariamente la verità, che può essere dolorosa e quindi da evitare. In questo modo, come nelle bolle finanziarie, il consenso va crescendo su aspettative illusorie ma non realistiche e i due fattori si alimentano a vicenda. Come nelle bolle finanziarie, però, si corre il rischio che le aspettative promesse possano essere sempre più lontane dalla realtà e la loro distanza può crescere fino a creare una bolla politica che, prima o poi, inesorabilmente scoppia, facendo aumentare la distanza tra paese ed istituzioni. Già Tocqueville rimarcava il rischio di un potere politico che penetrando insensibilmente nell’interiorità degli individui potesse dirigerne le azioni, orientarne le scelte e indebolirne le volontà.
Il rischio di un evento di questo genere in una fase di grande confusione e incertezza dovrebbe indurre tutti a una maggiore prudenza nei comportamenti e nelle dichiarazioni, al fine di favorire un dialogo e un confronto costruttivo. Le risposte a una crisi che ha un risvolto economico immediato ma un’origine più profonda e lontana, legata a un modello di società che è diventata sempre più individualista e antiegalitaria, vanno ricercate attuando comportamenti più collaborativi e condivisi al fine di ricomporre le diversità verso un bene comune non solo dichiarato ma anche realizzato.
di Fabrizio Pezzani, ordinario di amministrazione e controllo nelle pubbliche amministrazioni alla Bocconi
sabato 12 febbraio 2011
La modifica del Titolo V della Costituzione è stato un errore?
Con l'avvicinarsi del 17 Marzo 2011, data in cui orgogliosamente le scuole italiane festeggeranno il 150° anniversario dell'unità d'Italia, ci troviamo ad affrontare questa ricorrenza con tantissimi interrogativi e incertezze. Anche le cose più semplici e scontate sembrano problematiche e controverse. Il Ministro della Pubblica Istruzione in un primo momento si era espressa, con animo patriottico e unitario, per la chiusura delle scuole il 17 Marzo, poi ha revocato tale chiusura, generando disorientamento e perplessità.
Tra blocchi contrattuali scaduti da più di un anno, blocco degli scatti di anzianità, fallimento delle sperimentazioni sulla valutazione delle scuole e dei docenti,sentenza della Corte Costituzionale sulla illegittimità del comma 4 ter dell’art.1 del decreto legge n.134/09 ,convertito in legge n.167/09,riguardante le graduatorie ad esaurimento del personale docente, impossibilità di bandire il concorso per Dirigenti Scolastici, problemi di democrazia e rappresentanza interna, tagli continui del personale docente e ata ,non possiamo certamente affermare che la scuola dell'autonomia goda di ottima salute.
La scuola italiana non ha saputo passare correttamente da un assetto centralista ad un assetto autonomo, sia per l'impreparazione della sua classe dirigente e sia per una scelta sbagliata dei tempi.
L'autonomia scolastica avviata con la modifica, a stretta maggioranza di centro-sinistra, del Titolo V della Costituzione, non è stata, a mio parere, giustamente interpretata ed adeguatamente progettata. Sono scientemente convinto di due cose :
- Un sitema scolastico autonomo è fortemente influenzato dall'epoca storica in cui viene impiantato e dall'assetto socio-culturale del territorio in cui questo deve innestarsi.
- L'istituzione scolastica che gode di autonomia deve essere valutata secondo procedure di accountability da professionisti esterni anche al territorio in cui opera la scuola.
L'autonomia scolastica nasce in Italia, in un periodo storico poco propizio ed in un territorio in cui il problema della questione meridionale non solo non è stato mai risolto, ma viene stigmatizzato dallo straripare del fenomeno leghista.L'incapacità degli amministratori pubblici del sud ad amministrare la cosa pubblica viene messa in evidenza come fosse una tara genetica, che non può ricadere sui virtuosi amministratori del Nord.
Si ignorano 150 anni di sfruttamento dei popoli meridionali a favore dell'arricchimento del Lombardo-Veneto.
Si ignora, a mio modo di vedere le cose, consapevolmente, che la questione meridionale non è mai stata risolta, ma è servita al Paese, per fornire facilmente braccia per rendere industrializzato ed avanzato il Nord, e fini intelligenze per far funzionare bene scuole, ospedali e la funzione pubblica.
Prima di modificare il Titolo V della Costituzione, si sarebbe dovuto equilibrare il gap tra Nord e Sud d'Italia, come è avvenuto tra la Germania Ovest e la Germania Est dopo la caduta del Muro di Berlino.
In seconda istanza, è paradossale per non dire comico che si stia pensando di introdurre la valutazione delle scuole e dei docenti con modalità autoreferenziali. Penso che per avere una valutazione seria e ponderata il compito spetti ad un'agenzia esterna che sentiti i pareri delle varie componenti interne, esaminato e monitorato l'effettivo lavoro svolto dalla scuola possa esprimere un giudizio reale e non influenzato dai legami e poteri del territorio.
Oggi, sopratutto nel sud d'Italia , la scuola autonoma funziona male e produce risultati peggiori della scuola centralizzata e la sua autonomia è servita solamente a dare poteri forti a Dirigenti Scolastici e ad abbattere completamente la partecipazione democratica.
Qualcuno spera che con il compimento della riforma Federalista dello Stato l'autonomia scolastica troverà il suo collocamento naturale, io penso che per il mezzogiorno sia un grosso problema.
Sono 150 anni che è stata fatta l'ITALIA, ma ancora bisogna fare gli italiani,e poi l'Italia non è la Svizzera.
Fonte AetnaNet Lucio Ficara lucio
martedì 8 febbraio 2011
Dalla finanza derivata a quella autonoma: il nuovo testo sul federalismo municipale
Il decreto non introduce nuove imposte ma vengono accorpate ben 10 delle 18 attuali forme impositive.
Le imposte locali diventano “tracciabili”.
Il federalismo municipale è stato approvato definitivamente dal Consiglio dei ministri straordinario del 3 febbraio 2011, ma il cammino del decreto non è ancora concluso.
Su richiesta del Capo dello Stato, il provvedimento tornerà di nuovo all’attenzione del Parlamento. Il decreto sul federalismo municipale è il quarto decreto attuativo del federalismo fiscale. Su richiesta della Commissione bicamerale per l'attuazione del federalismo fiscale, che per legge ha 60 giorni per esprimere il proprio parere, scaduto tale termine l'8 gennaio scorso, ha chiesto una proroga di 20 giorni, ulteriormente dilatata di una settimana. La Commissione si è espressa nella seduta del 3 febbraio con 15 voti a favore del provvedimento e 15 contrari, facendo così mancare il parere. Il provvedimento approvato risulta ampiamente modificato rispetto allo schema di decreto approvato il 4 agosto 2010, avendo il governo accolto le richieste di modifica avanzate dall'Anci.
LEGGI Dossier “Federalismo municipale, il quarto decreto attuativo”