Nella notte di
Capodanno davanti al bel Duomo gotico di Colonia, unico monumento di tutta la
città salvato dai bombardamenti bellici, un cospicuo numero (forse mille) di
nordafricani e arabi si è avventato sulle donne tedesche sottoponendole ad atti
lubrichi e in qualche caso a tentativi di stupro, più spesso a furti di denaro.
Così si è appreso da centinaia e più di denunce recapitate alla polizia nei
giorni seguenti. La stessa polizia aveva cercato di far passare le cose senza
troppa pubblicità ma lo scandalo si è gonfiato come un’onda marina e ha
travolto rapidamente anche il capo della polizia di Colonia e tutti quanti
coloro che tentavano di minimizzare. Lo scandalo divenuto internazionale ha
movimentato il mondo femminile e anche la sua ala femminista al punto che la
signora Merkel ha dovuto intervenire e persino, per quanto riguarda il nostro
paese, è intervenuta la signora Boldrini, presidentessa della Camera, che ha
deprecato l’episodio seppur degradandolo a mancanza di rispetto per le donne.
Poichè intanto da altre città della Germania e non solo provenivano analoghe e
numerose denunce, tutto un fronte bonario e buonista che tendeva ad accogliere
tutti i migranti con grande generosità si è bloccato se non addirittura
capovolto: sembrerebbe che si sia cominciato a capire che cosa vorrebbe dire in
Europa l’inserimento di alcuni milioni di migranti islamici con i loro costumi
e principi nei confronti delle donne e della moderna vita che si svolge nei
nostri paesi.
Tra i fermati
dalla polizia, per il momento ancora pochi, un buon numero di richiedenti asilo
anticipatori di quella immensa colonna ormai di milioni di persone (si parla di
7 milioni) provenienti dall’Iraq e dalla Siria e poi da tutti i paesi arabi e
africani infestati da dittatori violenti e da guerre intestine incontrollabili
quanto feroci.
La reazione
delle donne europee, non solo delle donne tedesche, è stata unanime e decisa,
esse, militanti o meno, sanno di aver conquistato la loro libertà da poco più
di un secolo, forse due, e istintivamente non sono disposte a perderla anche
perché la tradizionale struttura familiare che proteggeva nel suo alveo le
figure più deboli, donne e bambini, è quasi scomparsa e le donne vivono in
Europa una vita autonoma che l’organizzazione sociale nel suo complesso
garantisce. D’altronde nei fatti di Colonia non sono segnalate reazioni anche
marginali di maschi tedeschi perché le donne agivano senza la preoccupazione di
essere protette.
Ora si
annuncia, non solo in Germania ma in tutta Europa, il Carnevale con le sue
feste in piazza e la sua tradizionale libertà di comportamenti. Questo genera
già molte preoccupazioni e le dichiarazioni dei politici uomini ma soprattutto
donne segnano un cambiamento di clima sociale, non solo nei paesi
dell’esteuropeo ma in tutta l’Europa e persino in Italia dove, si noti bene, il
Papa su questo argomento non ha detto una sola parola quasi ripiegando rispetto
a posizioni precedenti.
Saranno dunque
le donne a salvare la nostra civiltà e i nostri costumi liberali? È possibile,
forse probabile, certamente auspicabile.
di Giacomo Properzj
di Giacomo Properzj
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