venerdì 8 agosto 2014

Draghi ha già «commissariato» Renzi

Il presidente della Bce: «Cedere sovranità all’Europa sulle riforme strutturali». Poi spiega la rotta al premier: «Subito interventi su burocrazia, lavoro e tasse»


«Le riforme strutturali sono l’unica via per tornare a crescere - dice Draghi durante la conferenza stampa che segue la riunione del Consiglio Bce - in Italia, dove gli investimenti privati sono frenati dall’incertezza, e in Europa. Per questo, è arrivato il momento di condividere sovranità anche su quel terreno».
Se non è un commissariamento, poco ci manca. L’interpretazione delle parole del Governatore non può che essere univoca: se l’Italia non è in grado di darsi le riforme che servono - e quelle istituzionali tanto vantate dal premier non sono certo in cima alla lista - è meglio che a occuparsene sia la Ue. Ma quali sarebbero le riforme da applicare nel più breve tempo possibile? Draghi non si sottrae neanche a questa domanda: «Gli investitori sono scoraggiati dal clima di incertezza che regna in Italia: devono aspettare mesi per ottenere autorizzazioni, 8-9 mesi per arrivare alla fine di un vero percorso a ostacoli. Questa situazione è legata all’assenza di riforme strutturali sui mercati dei prodotti, la burocrazia, il lavoro e il livello giuridico» Senza dimenticare la necessità di «abbassare le tasse». «I Paesi che hanno condotto le riforme strutturali hanno registrato dei miglioramenti e l’occupazione è aumentata» conclude Draghi, non prima di congedarsi con una battuta: «Passerò le vacanze in Italia, ma non per partecipare alla ripresa».
Di certo, al ritorno in patria, troverà un Paese ancora scosso dalle sue parole. Per un Renzi che fa sapere ufficiosamente di aver apprezzato le parole del presidente della Bce sull’importanza strategica e l’urgenza delle riforme, c’è un’opposizione che sfrutta l’uscita di Draghi per mettere il governo ancora nel mirino: «Se non si fanno le riforme indicate da Draghi, quelle del lavoro, del fisco e della riduzione della spesa pubblica, il Paese è condannato alla catastrofe» spiega la senatrice di Forza Italia Manuela Repetti. Ma c’è anche chi guarda con fastidio all’«interventismo» della Bce. «Cade la maschera dei governi fantoccio mandati dalla Ue: le riforme in Italia le fa la Bce. Nell’interesse di chi?» si chiede polemicamente la leader di Fdi-An Giorgia Meloni.
A subire il contraccolpo delle parole del governatore sono anche i mercati, con lo spread Btp-Bund che chiude sopra i 180 punti base (in mattinata era intorno ai 170) e la borsa di Milano che, peggiore in Europa, che perde il 2%.(Luigi Frasca)

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