Bruxelles avvia la
procedura di infrazione per i ritardi di pagamento della PA: l'Italia ha due
mesi per rispondere ma intanto scatta la polemica tra Governo e commissario UE
Tajani.
Cartellino giallo
dalla UE: aperta una procedura di infrazione contro l’Italia per
il ritardo nei pagamenti della PA. Il provvedimento di
Bruxelles, ampiamente preannunciato, è diventato ufficiale con una lettera di
messa in mora inviata al Governo il 18 giugno. Motivazione: le pubbliche
amministrazioni italiane, tenute ad applicare i tempi previsti dalla direttiva
europea (30 o 60 giorni), disapplicano la norma pagando in ritardo. Non solo:
l’Italia resta peggiore pagatore d’Europa, con tempi medi di 170 giorni, che diventano 210
giorni nel caso di lavori pubblici.
Cosa succede ora?
L’Italia ha due mesi di tempo per rispondere, eventualmente sollevando
obiezioni: se entro questo tempo non fornirà all’Europa elementi soddisfacenti
potrà partire la procedura di infrazione vera e propria.
Il ministro
dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ritiene l’avvio della
procedura «incomprensibile», perché il Governo ha dato «una decisa spinta
proprio ai pagamenti della PA». Il sottosegretario alla presidenza del
Consiglio, Graziano Delrio, aggiunge che i
debiti della PA «vengono pagati man mano che vengono certificati», riferendosi
alla norma nel Decreto IRPEF contro i ritardi nei pagamenti (divieto di nuove assunzioni).
Il problema
Come ha spiegato il
commissario europeo all’Industria, Antonio Tajani, si tratta di misure
positive che però «non risolvono il problema dei pagamenti in ritardo». Si
tratta, in effetti, di un piano del Governo per risolvere la questione degli
arretrati attraverso il meccanismo delle certificazioni dei crediti (cedibili
alle banche) ma non quello dei ritardi nel saldo delle fatture.
Reazioni
Fra le reazioni più dure si segnala
quella del sottosegretario Sandro Gozi, secondo cui quella di
Tajani è una «strumentalizzazione» e un «atto di irresponsabilità contro
l’Italia». Sull’altro fronte, il presidente dei Deputati di Forza Italia alla
Camera, Renato Brunetta, difende il
provvedimento sottolineando che quella dei ritardi dei pagamenti della PA è una
piaga che si trascina da anni. Per quanto riguarda le imprese, registriamo la
posizione di Confartigianato, che parla di
«spettacolo curioso a cui ci tocca assistere, con le parti politiche che si
schierano per tifoserie pro e contro», quando «è purtroppo incontrovertibile
che la Pa non paga» e «nessuna compiacenza può farci dire il contrario».
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