Il circolo culturale «Tommaso Moro»
La «sede sociale» dell’associazione a delinquere che avrebbe condizionato anche alcuni appalti Expo era il circolo culturale «Tommaso Moro». «Neppure con la più fervida immaginazione si poteva immaginare tanto», è stato il commento del procuratore capo Edmondo Bruti Liberati, riferendosi alla sede logistica milanese della presunta associazione, intitolata al filosofo che, nella sua celebre opera «Utopia», si richiamava «all’ottimo Stato». E facendo notare l’analogia con le riunioni dei boss della ‘ndrangheta, che si tenevano nel circolo «Falcone e Borsellino». In questo centro culturale, di cui è presidente uno degli arrestati, Gianstefano Frigerio, come ha spiegato il pm Claudio Gittardi, «si tenevano riunioni giornaliere a cui partecipavano direttori generali di aziende ospedaliere, imprenditori, personaggi di rilievo politico». Tuttavia, chiarisce sempre lo stesso Gittardi «gran parte della vita dell’associazione si svolgeva a Roma». E a Roma sono avvenuti due degli arresti.
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