I sei principali candidati alla presidenza della Commissione
europea si sono confrontati, per la seconda
volta in pochi giorni, sui temi caldi della campagna elettorale in
vista delle Elezioni europee del 23/26 maggio 2019.
A dibattere, dalla sede del Parlamento europeo di Bruxelles,
i politici che aspirano a rimpiazzare Jean-Claude Junker al timone della Ue. Si
tratta di Manfred WEBER, candidato del PPE; Frans TIMMERMANS, candidato del
Partito dei socialisti europei, Pse; Ska KELLER, candidata per i Verdi;
Margrethe VESTAGER, tra i sette candidati del Team Europa di ALDE (Alleanza dei
democratici e dei liberali per l'Europa); lo spagnolo Nico CUÉ, candidato della
sinistra europea; Jan ZAHRADIL, candidato dell'Alleanza dei conservatori e dei
riformisti in Europa, Acre.
Assenti al confronto politico le leadership delle forze
populiste e di estrema destra che stanno organizzandosi per creare nuovi gruppi
in seno al Parlamento europeo e al momento non hanno identificato un loro
Spitzenkandidat. Le
ultime proiezioni del Parlamento europeo, basate sui sondaggi nazionali
(compresi quelli fatti nel Regno Unito), prevedono che le forze tradizionali
che fino ad ora hanno guidato le istituzioni europee come gli S&D e il Ppe
non avranno più la maggioranza assoluta dei seggi. Si ipotizza dunque un
Parlamento europeo politicamente più frammentato in cui i liberali potranno
fare la differenza nelle discussioni per trovare una maggioranza.
Se vi siete persi il dibattito, in cima trovate la
registrazione della serata; di seguito, invece, le principali posizioni tema
per tema di tutti i candidati, intervistati da Markus Preiss (ARD-WDR), Emilie
Tran-Nguyen (France Télévision) e Annastiina Heikkila (Yle).
Immigrazione
Zahradil: Non ripeterei l’errore delle quote
obbligatorie che aumentano il divario est-ovest in Europa, va cercata una
soluzione che rispetti il diritto sovrano dei Paesi di concedere o meno asilo.
Weber: 10mila agenti di frontex subito per
controllare le frontiere. Papa francesco ci ricorda le nostre responsabilità
umanitarie: serve un grande piano Marshall per l’Africa e un commissario per
l’Africa.
Cué: Per la sinistra europea la migrazione è
un’opportunità, io sono un esempio vivente di questo, non possiamo parlare di
invasione, è lo 0.5% della popolazione: può contribuire a ringiovanire
l’Europa, sono scandalose le dichiarazione di Weber
Vestager: E' importante trovare soluzioni di lungo
termine, trovare un modo di gestirla e renderla legale. Parlo di un sistema
comune d’asilo e di una solidarietà comune.
Timmermans: stiamo perdendo i nostri valori non
risolvendo questo problema. Ogni barcone va salvato nel Mediterraneo, sono
inaccettabili le multe a chi salva le persone, e quindi ci vuole piano per
l’Africa per evitar che salgano sui barconi
Keller: Siamo a favore della solidarietà
europea, dobbiamo condivere le responsabilità e ripartirle, sostenere le
comunità che aiutano le persone in difficoltà. Dobbiamo impegnarci nello sforzo
di ricerca e salvataggio e impedire che muoia anche solo un altro migrante
Disoccupazione giovanile
Zahradil: Non è la Commissione che crea lavoro
ma l’imprenditoria, alcuni buoni programmi ci sono già. Credo sia necessario
avere soluzioni mirate Paese per Paese perché le economie sono molto diverse in
Europa.
Weber: Serve responsabilità e solidarietà
assieme. In Portogallo i giovani chiedevano non tanto salario minimo ma posti
di lavoro, serve una buona politica economica in infrastrutture, ricerca,
commercio e un grande mercato unico ancora più forte.
Cué: Se vogliamo ritornare al problema del
precariato dobbiamo tornare ai contratti a tempo intederminato e avere un
salario minimo europeo al di sopra della soglia della povertà.
Vestager: Dobbiamo promuovere un’economia che
consenta a chi lavora a tempo pieno di guadagnare in maniera accettabile, non
fissando un salario minimo perché i sistemi sono diversi. L’Unione europea può
fare qualcosa insieme agli stati membri e alle parti sociali.
Timmermans: Estendiamo l’Erasmus a tutti i
giovani europei, a prescindere da quello che fanno; in secondo luogo,
assicuriamo un salario minimo che sia il 60% di quello medio; quindi espandiamo
il piano garanzia giovani nei Paesi membri. Infine abbassiamo l’età minima del
voto a 16 anni.
Keller: L’austerità ha danneggiato la vita delle
persone e sferrato un colpo alla promessa europea di prosperità per tutti.
Dobbiamo lasciarcela alle spalle. La garanzia per i giovani deve essere
vincolante per tutti e con un finanziamento adeguato: investiamo nell’economia
verde sul serio. La transizione socio-ecologica della società deve essere
l’obiettivo.
Ambiente e cambiamento climatico
Zahradil: Vengo dalla parte dell’Europa che 30
anni fa era la più inquinata. Propongo una transizione sostenibile sul piano
sociale e obiettivi realistici, non utopistici. La Commissione dovrebbe
cambiare il modo in cui si sovvenziona l’agricoltura sovvenzionando i piccoli
agricoltori organici.
Weber: Un’Unione europea neutrale dal punto di
vista del carbone entro il 2050. Il sistema di scambio delle emissioni può
essere ampliato nel settore dell’aviazione. Credo nell’innovazione, da
ingegnere ambientale: creiamo un orizzonte che investa in tecnologie capaci di
risolvere il problema.
Cué: Ringrazio i giovani che da settimane si
lamentano perché non li ascoltiamo, e nessuna misura concreta viene presa
davvero: non affrontiamo il problema delle multinazionali che inquinano per il
70% a livello mondiale. Non spostiamo il problema della tassazione sui più
deboli come ha fatto Macron in Francia. Ripartiamo con l’iniziativa pubblica, i
soldi ci sono, abbiamo trovato 3mila miliardi per salvare le banche.
Vestager: Possiamo creare milioni di posti di
lavoro, innanzitutto con le ferrovie ad alta velocità. Seconda cosa: bisogna
investire a livello nazionale ed europeo sulla ricerca, se interveniamo in
maniera sistematica tutti possono partecipare, è un’idea che dobbiamo
raccogliere insieme.
Timmermans: La prossima Commissione deve mettere
l’emergenza climatica in cima all’agenda. Concretamente: tassiamo il carburante
degli aeroplani e la CO2 di tutte le imprese europee, possiamo farlo se
troviamo un accordo tra i Paesi europei. Una Ong ha monitorato i voti e ha
definito il PPE un dinosauro, sul tema. Ma saranno i poveri a essere colpiti
per primi dalla crisi.
Keller: Abbiamo solo un pianeta, è un’emergenza,
non possiamo fare compromessi né tergiversare. Le misure sono scritte nero su
bianco, dobbiamo solamente applicarle. Metterei fine alle sovvenzioni ai
combusitibli fossili, milioni di euro che vanno dirottati sulle tecnologie
pulite e amiche del clima che creerebbero tanta occupazione.
Multinazionali e tasse
Zahradil: Penso che siano gli Stati membri a
dover tassare le imprese, non la Ue che non è uno Stato. Si deve lottare sì
contro l’evasione fiscale, e la commissione Vestager ha fatto un ottimo lavoro
per creare un ambiente di competizione sano per le aziende europee.
Weber: C’è bisogno di una tassa digitale e
utilizzare i proventi per il processo di trasformazione, per chi perde il
lavoro a causa della digitalizzazione. Dobbiamo passare dal voto per unanimità
a quello per maggioranza qualificata. Sulla tassazione è necessario un accordo
comune in Europa.
Cué: Abbiamo zone in cui sono stati tolti
compleatamente i servizi pubblici: le imposte servono a tutta la popolazione.
Da anni si parla di armonizzare la tassazione europea per evitare il dumping.
Basta parole però, passiamo ai fatti.
Vestager: Della tassazione sulle multinazionali me ne
sono occupata in prima persona, alcune multinazionali pagano lo 0.5%. Dobbiamo
fare due cose: tassazione digitale sui giganti del web e fissare un livello
minimo delle aliquote per le imprese. Ce ne sono tante che lavorano e abbiamo
bisogno di equità tribuaria. Un paradiso fiscale per me è laddove tutti pagano
le tasse.
Timmermans: Ci vuole un 18% minimo di tassazione
sulle imprese, non meno. Possiamo convincere tutti, anche l’Irlanda e il mio
paese, l’Olanda.
Keller: Le multinazionali esulano dalle loro
responsabilità e mancano le risorse per scuole, ospedali, istruzioni. Ci deve
essere una tassa sulle multinazionali digitali e un’aliquota minima sulle
società. Abbiamo cercato di fissare regole sulla trasparenza ma gli altri hanno
votato un sistema di eccezioni, la trasparenza però deve valere per tutti.
Politica estera e rapporti commerciali con gli Usa
Zahradil: Penso che dovremmo negoziare con gli
Usa perché il mercato transatlantico è importantissimo, ma ce ne sono anche
altri come quello con il Giappone. Dobbiamo proseguire su questa strada e
essere veri pionieri di libero commercio in particolare con i Paesi dell’Asia,
è lì che sta il futuro.
Weber: Non possiamo dire di no a Trump, gli Usa
sono nostri amici e abbiamo tante cose in comune. Ma dobbiamo essere chiari con
il Presidente: facciamo un accordo commerciale ma solo in un ambiente di
partenariato. Infine, niente più unanimità ma maggioranza qualificata per
utilizzare la piena forza dell’Europa nel panorama mondiale.
Cué: I trattati di libero scambio indeboliscono
l’Europa. Democrazia in Europa vuol dire discutere su questi trattati perché
toccano agricoltura, industria e tutta l’economia europea.
Vestager: La Ue è il più grande blocco commerciale
nel mondo: dobbiamo avere più fiducia in noi stessi e determinazione, dare
accesso al nostro mercato ma solo in cambio di un accesso in libera concorrenza
ad altri mercati. Gli accordi con Canada e Giappone sono ottimi in questo
senso.
Timmermans: Siamo più forti degli Usa, ma se c’è
qualcuno in Europa che va dietro a Putin o a Trump, continueremo ad essere
deboli e divisi. Dobbiamo convincere quelle forze europee come Salvini, Farage
o Strache che dobbiamo essere uniti e compatti nei confronti di Usa e Russia,
altrimenti saranno loro a dettare la musica.
Keller: Dobbiamo chiederci quale è il ruolo che
la Ue debba avere nel mondo. L’Europa dovrebbe essere una presenza di pace e
per i diritti umani. Ma dobbiamo essere coerenti e impedire l’export di
armamenti nelle zone di guerra, difendendo i diritti umani ovunque. L’accordo
di Parigi e i diritti umani devono essere citati negli accordi commerciali.
Brexit, stato di diritto e euroscetticismo: la Ue
funziona ancora?
Zahradil: I cittadini europei sono un po’
stanchi di questa integrazione costante, sentono che l’Europa sia invasiva e
minaccia i loro valori sociali. Sono favorevole alla Ue ma la vorrei più snella
e flessibile, che faccia meno e meglio. La risposta non deve essere per forza
più Europa.
Weber: Dobbiamo lottare contro chi vuole
distruggere l’Europa. Nella Brexit il messaggio che voleva uscire era quello
che i britannici volevano riprendersi la sovranità. Abbiamo bisogno di un
meccanismo di legalità vincolante e indipendente per difendere i nostri valori
e usare i fondi contro coloro che non vogliono aderire ai nostri principi.
Cué: L’unità europea esisteva ma le politiche di
austerità contro i Paesi del sud stanno smantellando tutto. Non sono d’accordo
con quanto fanno i fascisti in Italia e Ungheria, ma bisogna fare delle scelte
per gli abitanti della Ue: dobbiamo curare la loro situazione invece che
diminuire i servizi pubblici, le pensioni e alzando l’età pensionabile. La
responsabilità è vostra.
Vestager: Dobbiamo cambiare il nostro modo di
parlare e esprimerci, smettere di usare acronimi oscuri come GDPR, togliere
tutte le etichette e discutere dei problemi reali e costringerci a dire la
verità, combattere le fake news online e offrire uno spazio di riflessione ai
cittadini.
Timmermans: Persone che in passato votavano per
il mio partito ora votano per gli estremisti, ed è colpa nostra. Ora però sono
delusi, basta vedere cosa succedere con la Brexit nel Regno Unito. Abbiamo
tutti una responsabilità collettiva di proposta ai cittadini per convincerli a
ritornare da noi con proposte costruttive, creando unità in Europa per
risolvere i problemi futuri.
Keller: Il vero fulcro della questione è il
nazionalismo e le forze che non riconoscono i diritti umani. Non dobbiamo
lasciare spazio ai movimenti populisti e alle forze estremiste con cui non
dobbiamo collaborare. Il PPE ha questo problema, con Orban e con il FPO
austriaco.
Raw Questions: cosa hanno risposto i candidati alle
domande di Euronews
Nelle ultime settimane, Euronews ha parlato
con cinque candidati (Frans Timmermans, Ska Keller, Violeta Tomic, Guy
Verhofstadt, e Jan Zahradil - Manfred Weber non ha accettato il nostro invito)
per conoscerli un po' meglio e capire cosa propongono nel loro programma.