venerdì 28 novembre 2014

Visita a Bruxelles 18/19 Novembre: Resoconto

RICEVIAMO E VOLENTIERI DIFFONDIAMO

«Ecco il mio resoconto della Visita al Parlamento Europeo di settimana scorsa. Non posso essere breve e liquidare in due righe l'esperienza, quindi mettetevi comodi e prendetevi il tempo di leggere e vi prego anche di aiutarmi a far girare queste info nelle zone e nei vostri gruppi.

Prima di entrare nel merito della visita a Bruxelles vorrei fare i complimenti al lavoro immane che si trovano a fare i nostri portavoce in Europa. Il carico di responsabilità che hanno è veramente pesante e loro prendono il loro lavoro con serietà e dedizione.
La quantità di documenti e il tempo riversato per lo studio sistematico degli stessi è veramente immane e meritano tutto il nostro sostegno.  
Si rendono conto che a noi qui la situazione non risulta sempre chiara, per questo si ripromettono di migliorare la comunicazione!

In seconda battuta vorrei dirvi che gli incontri con altri consiglieri mi hanno arricchito sia a livello umano sia di scambio di informazioni.
Poter far gruppo, scambiare idee e difficoltà fa sentire tutti parte di un progetto certo difficile e con mille ostacoli ... ma meraviglioso, privo di individualità e tutto per il bene comune a tutti i livelli. 

Solo per questo ne è valsa la pena.
Dopo la visita mi sento un po' più europea inteso come Unione dei popoli.

Preciso un aspetto, le spese di viaggio e pernottamento sono pagate dal budget dalla comunità europea riservato al coinvolgimento degli amministratori locali. Questi fondi non possono in alcun modo e sotto nessuna forma essere restituiti ai cittadini europei.  Se non fossero stati usati da noi per questo utile scopo, i fondi sarebbero stati girati forzosamente ad altri gruppi politici. 

Piuttosto che darli ad altri - che spesso si sente che li usano per invitare amici a farsi una gita a Bruxelles con cene in ristoranti 4 stelle - 5 le abbiamo solo noi :) - abbiamo cercato di spenderli per il meglio e contenendo al massimo le spese. 

Siamo andati con la voglia di capire come migliorare il territorio o meglio quali sono le possibilità che l'Europa ci mette a disposizione. 
Un esperimento che personalmente mi ha aperto un mondo che non conoscevo e qualche conoscenza in più su come funziona la comunità e le finalità dei bandi.

Gli incontri sono stati in parte interessanti e in parte deludenti.

Entro nel merito, 
I nostri portavoce Valli e Zanni in commissione bilancio, ci hanno spiegato chel'Italia ha lasciato all'Europa il 50% dei fondi.

Il programma viene fatto ogni 7 anni e per il 2014/2020 sono a disposizione 300 miliardi di euro. Si dividono in fondi strutturali (a Stati e Ministeri) e fondi diretti (enti locali, università, produttori e imprese) che si possono indirizzare direttamente alla comunità europea.

Il primo incontro è stato con la Camera di commercio italobelga.
Dott. Lanzarini  è da 20 anni in Belgio (presente da 5 legislature...).
Si occupa di contatti di affari (esempio 60 Buyer europei per i vini italiani).
Forniscono liste di fornitori gratis e scrivono e gestiscono euro progetti.
L'Italia non è capace di produrre bandi. Non riescono a spendere soldi.
Opportunità anche per "giovani" imprenditori con stage europei gratuiti.

Un terzo dei soldi arrivati in Italia sono in Regione Lombardia e di questi il 30% in provincia di Milano 
La commissione europea sta provando con i bandi turistici, con appalti ma anche indirizzati ai servizi degli enti locali.

Si possono fare progetti sul turismo con itinerari ad hoc meglio se in partner con altri 2 paesi della comunità x facilitare gli scambi (sempre di Europa si parla!)
Fanno incontri sul territorio gratuiti e Corsi di euro progettazione.
I bandi sono indirizzati all'Ente locale che ha delle cose da raccontare ed a Imprese che hanno la possibilità di esportare il Made in Italy, con progetti che possano allargare il loro mercato, con una attenzione alle piccole e medie imprese.

In sostanza: Ermetici e non hanno dato spiegazione alle nostre domande pragmatiche che chiedevano in sostanza COME FARE! 


L'incontro con l'ufficio Lombardia è stato più esaustivo, ci sono diverse opportunità.
Ci hanno raccontato che sono dentro una rete di innovazione europea, utilizzano mediatori per farne parte. Possono fare degli incontri su come accedere ai bandi, si tengono informati per passare le info ad alcune associazioni di categoria. 
Hanno un gruppo di lavoro per far conoscere i bandi.

La comunità europea si è data 5 obbiettivi da centrare entro il 2020 suddivise in 3 tematiche

1) crescita intelligente
Sostenere lo sviluppo dell'economia attraverso la conoscenza è l'innovazione

2) crescita sostenibile
Più efficienza energetica " verde" e quindi economica per essere più competitivi

3) crescita inclusiva 
Basata su un alto tasso di occupazione

Le iniziative messe in campo per queste toccare questi 3 temi sono:
- sinergia in temi di innovazione
- attenzione ai giovani e offerte formative
- agenda digitale accesso
- crescita sostenibile attraverso mobilità, energia, clima
- competitività e nuovi lavori, 
- lotta alla povertà.

Per centrare questi obbiettivi la dotazione finanziaria è di 178 MILIARDI!
I bandi sono suddivisi in aree.

ORIZZONTE 20/20/20 stanziamento 70 miliardi complessivi
Il programma di lavoro è biennale 2014/15 alla fine del primo anno nuovi bandi per il biennio successivo.
Sono investimenti x ricerca e innovazione x trasformare in crescita gli investimenti.
Ambiti:
- Eccellenza nella scienza
- Leadership industriale
- Sfide sociali
La competitività per accedere è molto elevata, l'attenzione è per la crescita delle piccole e medie imprese, partecipare non è difficile ma l'idea deve essere fortemente innovativa.
I bandi infatti sono di due tipi ricerca e innovazione e sostegno all'innovazione (questo potrebbe essere interessante per gli enti locali)

CONNECTING EUROPE FACILITY stanziamento 29 miliardi
Finanzierà progetti atti a completare collegamenti mancanti delle reti per facilitare l'economia EU
Reti elettriche 
Reti digitali
Reti energetiche

COSME 2 miliardi
Competitività delle P.M.I. sui mercati internazionali migliorando l'accesso al credito, agevolando la penetrazione del mercato interno e internazionale

ERASMUS + 14,7 miliardi
Istruzione e formazione giovani
Obbiettivo entro il 2020 ridurre l'abbandono scolastico sotto il 10% e che almeno il 40% degli studenti abbia portato a termine l'istruzione superiore
Migliorare competenze, occupazione.
Modernizzare sistemi di istruzione e istruzione
Sostegno allo sport

EMPLOYMENT AND SOCIAL INNOVATION (EASI)
Migliorare condizioni lavoro 
Protezione sociale (ditelo a Renzi!!!)
Lotta alle povertà e alle esclusioni

LIFE + 3 miliardi
Progetti che durano 5 anni e non hanno bisogno di partneriato europeo per sviluppare aree geografiche per la gestione del siti di interesse naturalistico
- Ambiente e azioni per il clima (mitigazione x il clima) con 3 priorità
- Ambiente ed efficienza delle risorse
- Biodiversità
- Governance ambientale. Possono essere anche progetti di informazione ambientale, di sensibilizzazione per la qualità dell'aria acqua suolo e rifiuti. 300 milioni  per l'Italia.
Accede ai bandi l'ente di gestione capifila del progetto. Possono far parte anche più comuni.
La quota di compartecipazione può andare da un minimo del 20% a un Max del 50% se interviene con cofinanziamento anche la regione c'è la copertura  totale.

GIUSTIZIA 439 milioni
Riguarda diritto del minore, disabili, gruppi disagiati, lotta al razzismo, omofobia, promozione parità di genere.
Applicazione del principio di cittadinanza europea.

CULTURA EUROPEA EUROPA CREATIVA 1.4 miliardi
Per il sostegno dei settori cultura
Promozione delle diversità culturali e linguistiche
Industria culturale e creativa

Insomma ci sono in ballo 178,357 miliardi di euro se riuscissimo a fare qualche progetto 5 stelle visto che siamo il terzo paese a contribuire...non sarebbe male.

Quello che si è capito è che bisogna avere una figura professionale per l'euro progettazione e il comune di Milano è l'unico che potrebbe avere una persona da formare o formata.

La Polonia ha tre persone dedicate ai bandi europei e si è rifatta asili, case per categorie disagiate, metropolitane leggere ecc. 

Penso seriamente che, visto che in Italia non ci sono risorse - e men che meno ne hanno gli enti locali - sia interessante fare altri incontri sul tema». 


Patrizia Bedori
Portavoce M5S zona 3 Milano

Legge di Stabilità 2015: modifiche e voto di fiducia

Voto di fiducia alla Camera sulla Legge di Stabilità 2015: le novità su pensioni, bonus bebè, voucher figli, Anagrafe Tributaria, Ecobonus, buoni pasto, debiti PA, Made in Italy, canone RAI.

Pensioni d’oro dal 2015, bonus bebè per redditi ISEE sotto 25mila euro, deducibilità buoni pasto, risorse per il Made in Italy, mentre si rimanda per inserire in bolletta elettrica il  Canone RAI: sono alcune delle modifiche alla Legge di Stabilità 2015 approvate in commissione Bilancio alla Camera; ora il testo è in aula dove il Governo annuncia il voto di fiducia, per l’approvazione entro il fine settimana. Poi, la manovra passerà al Senato, che prevedibilmente affronterà Riforma del Regime dei Minimi, Local Tax comprensiva delle attuali IMU e TASI, tagli IRAP per le imprese, Fondi Pensione. Vediamo una breve panoramica delle principali novità.

=> Leggi tutto sulla Legge di Stabilità 2015Advertisement


Pensioni

Un emendamento del Governo prevede un tetto alle pensioni d’oro degli alti funzionari di Stato (dirigenti, ma anche docenti universitari, magistrati): l’assegno previdenziale anche se conteggiato con il sistema contributivo non può superare la pensione che sarebbe spettata con il retributivo. In pratica, si corregge una falla contenuta nella Riforma delle Pensioni Fornero di fine 2011, in basa alla quale alcune categorie di alti funzionari pubblici possono restare al lavoro oltre il limite di anzianità, maturando di fatto una pensione superiore all’ultimo stipendio. Attenzione: il nuovo tetto si applica dal 1 gennaio 2015, anche ai trattamenti già liquidati (mentre c’era una precedente versione dell’emendamento che prevedeva il tetto solo per le pensioni maturate dal 2015).
C’è anche un altro emendamento, in base al quale chi invece va in pensione prima dei 62 anni, ma avendo maturato il requisito contributivo pieno, non avrà la decurtazione dell’assegno prevista per il pensionamento anticipato.

Bonus figli

L’assegno di 960 euro annui spetta per ogni figlio nato o adottato fra il 2015 e il 2017  (bonus bebè) solo se il nucleo familiare è sotto i 25mila euro di ISEE (e non più fino a 90mila euro di reddito IRPEF), e raddoppia se il reddito è sotto i 7mila euro. Il trattamento è riconosciuto per tre anni. C’è anche un buono acquisto pari a mille euro all’anno per le mamme con almeno 4 figli e reddito ISEE inferiore a 8.500 euro, per prodotti e servizi per i figli. Infine, stanziati 100 milioni di euro per il piano di sviluppo degli asili.

=> Bonus bebè 2015, le nuove regole di reddito

Buoni pasto

Sale a 7 euro, (dagli attuali 5,29), la deducibilità per i buoni pasto in formato elettronico.

Ecobonus

La proroga a tutto il 2015 della detrazione per le ristrutturazioni finalizzate all’efficienza energetica (Ecobonus), vale anche per gli interventi di antisismici.

Anagrafe Tributaria

L’Agenzia delle Entrate potrà utilizzare le banche dati dell’Anagrafe Tributaria (che, lo ricordiamo, contengono ad esempio tutte le comunicazioni su conto corrente, investimenti e via dicendo), non più solo per selezionare i contribuenti a maggior rischio, ma per tutte le analisi anti-evasione fiscale.

Altre modifiche

  • Made in Italy: nuovi finanziamenti pari a 130 milioni nel 2015, 50 mln nel 2016 e 40 mln nel 2017.
  • Debiti PA: proroga di un anno alla possibilità di compensazione dei debiti fiscali con i crediti nei confronti della pubblica amministrazione di imprese e professionisti.
  • Finanziamento ai partiti: i parlamentari che versano una parte del proprio stipendio al partito possono portarla in detrazione come erogazione liberale.
E ancora: riduzione del numero dei patronati (ma contestuale riduzione dei tagli, a 75 milioni e non più 150), 200 milioni per gli ammortizzatori sociali 2015, flessibilità per le assunzioni di EXPO 2015, razionalizzazione delle società partecipate, fondi per la lotta a Ebola, per la tutela del patrimonio culturale, per le calamità naturali.

=> Confronta con il testo originario del DDl Stabilità

Iter Legge di Stabilità 2015

Il Governo ha annunciato il voto di fiducia: il calendario della Camera prevede che la discussione riprenda venerdì 28 novembre, l’approvazione è attesa entro il fine settimana. La Legge di Stabilità 2015 andrà quindi in seconda lettura al Senato, dove si prevede che verranno affrontati una serie di nodi ancora aperti: le modifiche al Regime dei Minimi , recependo ad esempio le richieste dei professionisti per l’innalzamento del tetto di reddito, i tagli e le agevolazioni fiscali per le imprese, la nuova Local Tax, ovvero la riforma delle tasse sugli immobili che dovrebbe accorpare TASI, IMU, e tutte le imposte comunali.
FONTE PMI   Barbara Weisz-

giovedì 27 novembre 2014

Regione Basilicata-Nuovo Statuto, leale collaborazione fra Stato e Regione

In prima Commissione esaminati il Titolo VII (Gli strumenti di raccordo istituzionale), il Titolo VIII (l’Europa e le relazioni internazionali) e il Titolo IX (Disposizioni transitorie e finali) della nuova “Carta” dei principi

(ACR) - La prima Commissione permanente (Bilancio e Programmazione), presieduta da Vito Santarsiero (Pd), ha esaminato oggi il Titolo VII (Gli strumenti di raccordo istituzionale), il Titolo VIII (l’Europa e le relazioni internazionali) e il Titolo IX (Disposizioni transitorie e finali) della proposta di legge di riforma dello Statuto della Regione Basilicata.

All’art. 77 (La partecipazione agli organi dello Stato) viene riaffermato il principio di leale collaborazione, “solidarietà e sussidiarietà” (emendamento Perrino) fra Lo Stato e le Regioni, e si stabilisce che le intese fra la Regione Basilicata e le altre Regioni (art. 78) vengono definite dal presidente della Giunta e ratificate dal Consiglio regionale con legge. I Comuni e le Province (art. 79) partecipano all'esercizio delle funzioni regionali attraverso il Consiglio delle autonomie locali, che è composto da venti membri (art. 80, “è assicurata la rappresentanza degli enti locali con meno di cinquemila abitanti”, emendamento Perrino), è costituito presso il Consiglio regionale e gode di autonomia organizzativa, funzionale e regolamentare. Il Consiglio delle autonomie locali (art. 81) esprime pareri per il conferimento di funzioni agli enti locali, sulle circoscrizioni comunali e provinciali, sul piano strategico, sul Dapef e su ogni provvedimento di programmazione che interessi gli enti locali. Quando il Consiglio regionale non intende seguire il parere del Consiglio delle autonomie (art. 82) deve deliberare a maggioranza assoluta. La Conferenza regionale per la programmazione (art. 83), organo consultivo della Regione, è composta dai rappresentanti di autonomie funzionali, categorie sociali, sindacati, terzo settore, associazionismo e volontariato, attraverso le rispettive associazioni regionali. La Regione concorre (art. 84) con lo Stato e le altre Regioni al processo di integrazione europea e (art. 87), nelle materie di propria competenza, concorre all’attuazione e all’esecuzione della normativa europea. Per assicurare il periodico adeguamento dell’ordinamento regionale all’ordinamento europeo il Consiglio regionale, su proposta della Giunta, approva ogni due anni una “legge europea” e, qualora risulti un contrasto con i principi di sussidiarietà, si esprime con un proprio provvedimento (emendamento di Napoli). La Regione (art. 89) nelle materia di sua competenza e nei limiti stabiliti dalla Costituzione, può stipulare intese e accordi con Stati ed enti territoriali interni ad altri Stati. Infine, in base alle disposizioni dell'art. 93, (Titolo IX - Disposizioni transitorie e finali) il Consiglio regionale entro tre mesi dall'entrata in vigore dello Statuto elegge tre componenti della Consulta di garanzia statutaria, di cui uno designato dal Consiglio delle autonomie locali.

Con gli articoli discussi oggi la Commissione ha terminato l'esame della bozza del nuovo Statuto elaborato con la consulenza dei tecnici dell'Issirfa Cnr, ma dovrà tornare sul Titolo IV (La Giunta), per affrontare in particolare il tema delle modalità di nomina dell’esecutivo, che era stato accantonato per consentire ulteriori riflessioni nei gruppi consiliari. “Con uno spirito di assoluto rispetto per l'istituzione Regione e di assoluta attenzione agli interessi della comunità lucana – afferma il presidente Santarsiero -, abbiamo completato l'esame egli articoli degli ultimi tre Titoli. Ci resta da affrontare il solo nodo relativo alle modalità di nomina della Giunta. Ancora un grazie a tutti i componenti della Commissione per il tempo messo a disposizione, il contributo di alto profilo che è stato portato consentendo un percorso di grande condivisone sulla Carta costituzionale della Regione”.

Alla riunione della Commissione, oltre al presidente Santarsiero, hanno partecipato i consiglieri Bradascio (Pp), Galante (Ri), Perrino (M5s), Rosa (Lb-Fdi), Romaniello (Sel), Robortella e Spada (Pd), Pace (Gm), Napoli (Pdl-Fi) e Pietrantuono (Psi).

LEGGI Nuovo Statuto, leale collaborazione fra Stato e Regione

martedì 25 novembre 2014

TASI: guida al saldo di dicembre 2014 per privati e imprese

Versamento TASI il 16 dicembre in tutti i Comuni: istruzioni caso per caso, regole generali e particolari, aliquote da applicare, strumenti di calcolo e modalità di pagamento.

L’appuntamento con il saldo TASI 2014 il 16 dicembre riguarda tutti i proprietari di immobili, con un distinguo: chi risiede nei 600 Comuni che non hanno emesso delibera in tempo per il pagamento della prima rata né in giugno né in settembre dovrà pagaresaldo e acconto in un’unica soluzione. Ecco dunque una breve guida al pagamento per privati e imprese con una precisazione: mentre l’IMU (scadenza saldo 16 dicembre) è dovuta solo sugli immobili diversi dalla prima casa (se non di lusso), la TASI si versa su tutti gli immobili (fabbricati, aree scoperte ed edificabili), con unica esclusione dei terreni agricoli.

=> Calcola online quanto pagare per la TASI 2014

Calcolo TASI 2014

L’imponibile TASI è lo stesso che per l’IMU: rendita catastale rivalutata del 5% e moltiplicata per il coefficiente corrispondente alla tipologia dell’immobile. L’aliquota è stabilità dal Comune di appartenenza e non può superare lo 0,33% per le prime case (0,25% + la maggiorazione dello 0,8%) mentre per gli altri immobili la somma IMU-TASI è al massimo pari all’1,14% (1,06% + 0,08%). Ricordiamo che le delibere comunali possono prevedere la maggiorazione dello 0,08% o sulle prime case o sugli altri immobili oppure spalmarla su entrambe le tipologie, ma senza applicarla interamente ad entrambe.

=> TASI: tutte le delibere 2014 per Regione e Provincia

TASI nei Comuni senza acconto

Per i proprietari di immobili che vivono in uno dei Comuni che non hanno emesso la delibera in tempo per la prima rata (entro il 10 settembre), l’aliquota è sempre quella base, pari allo 0,1%. Lo prevede il Dl 16/2014, che ha stabilito la possibilità di rinviare l’acconto a ottobre e la maggiorazione dello 0,08%. In pratica, sia che il Comune non abbia emesso delibera, sia che l’abbia fatto ma dopo il 10 settembre 2014, l’aliquota TASI 2014 è lo 0,1%, non quella eventualmente prevista dalla delibera.

=> Elenco Comuni in cui si paga acconto + saldo TASI

Per quanto riguarda le case diverse dall’abitazione principale, quindi ad esempio gliimmobili di impresa, la somma IMU+TASI non può superare l’1,06%, quindi se l’IMU è già a questo livello, la TASI non è dovuta. Q‪uindi, i contribuenti che vivono in uno di questi Comuni, calcolano la base imponibile, applicano l’aliquota corretta, e ottengono la somma da versare. Non si applica nessuna detrazione, nemmeno per le prime case.

TASI negli altri Comuni

In tutti gli altri Comuni, i contribuenti hanno già pagato l’acconto in giugno o in ottobre. In questo caso, la regola è che all’imponibile si applica l’aliquota stabilita dalladelibera e il saldo di dicembre sarà pari al 50% del risultato. Quindi, è fondamentale consultare le norme previste dal Comune, pubblicate sul suo sito,perché ogni singola amministrazione può avere deciso aliquote e detrazioni diverse. Per questi contribuenti chiamati a pagare il saldo, la cosa più semplice è sottrarre dal totale quanto già versato in sede di acconto.

TASI per inquilini

Fra le novità 2014 ricordiamo l’obbligo di pagamento TASI anche per chi vive in affitto. L’aliquota è stabilita dalla delibera comunale e può variare dal 10 al 30% dell’imposta dovuta sull’immobile (il resto spetta al proprietario). Se la delibera non prevede nulla, si applica aliquota del 10%. E’ importante tener presente che il calcolo va effettuato in base alla destinazione d’uso dell’immobile per il proprietario e non per l’inquilino. Per esempio, anche se per il locatario si tratta di abitazione principale, l’aliquota da applicare sarà quello valevole per il locatore, in genere seconda casa.

=> TASI per chi vive in affitto: guida completa

Come si paga

Come sempre, si può versare l’imposta utilizzando il modello F24 oppure il bollettino postaleAttenzione: dallo scorso 1° ottobre è entrata in vigore la nuova norma sui pagamenti tramite F24 solo online per somme superiori ai mille euro. I codici tributo:
  • 3958: abitazione principale e relative pertinenze,
  • 3959: fabbricati rurali ad uso strumentale,
  • 3960: aree fabbricabili,
  • 3961: altri fabbricati.

=> TASI, istruzioni di compilazione e pagamento con F24

lunedì 24 novembre 2014

Questo federalismo sanitario è “malato”


Lo sostengono i responsabili dell’Associazione Dossetti, che tramite incontri come gli “Stati Generali della Salute”, in programma a Roma per il 25 novembre, intendono promuovere un processo di riforma del Titolo V della Costituzione, «che nel tempo – dichiarano – ha creato ventuno sistemi differenti di gestione del paziente, in cui disponibilità di cure, accesso ai farmaci e prestazioni sanitarie sono diversificati in modo gravemente iniquo»
Puzzle dell'Italia«Riportare la gestione delle Sanità al centro, disobbedendo, con forza, ai dettami imposti da unfederalismo sanitario “malato”, nato nel 2001 con il Titolo V della Costituzione. Un federalismo che, nel tempo, ha creato ventuno sistemi differenti di gestione del paziente in cui disponibilità di cure, accesso ai farmaci e prestazioni sanitarie sono diversificati e stratificati in modo gravemente iniquo».
Su questi prìncipi – così come vengono delineati in una nota dall’ Associazione Culturale “Giuseppe Dossetti: I Valori” – si baserà la seconda giornata degli Stati Generali della Salute (Art. 117 del Tit. V ed Art. 32 della Costituzione), in programma a Roma (Camera dei Deputati), per martedì 25 novembre, evento che vedrà la partecipazione di un prestigioso parterre di relatori, con importanti personalità del comparto istituzionale, universitario, politico e sanitario.
In particolare, il Tavolo di Lavoro, successivo a quello tenutosi in occasione del precedente, analogo incontro del marzo scorso (se ne legga anche nel nostro giornale), fornirà una preziosa occasione di confronto e dibattito con i vari portatori d’interesse del panorama salute. «Daremo vita a una rete – spiega Claudio Giustozzi, segretario nazionale dell’Associazione Dossetti che potrà generare una collaborazione coordinata tra i settori pubblico e privato e tra tutte le parti interessate, finalizzata al superamento delle più importanti sfide che il settore salute oggi pone». E aggiunge: «Procederemo a un’implementazione del documento di indirizzo intitolato Salute: il diritto che non c’è. I motivi del fallimento del federalismo sanitario, testo scaturito dal dibattito del 7 marzo scorso, per una proposta di revisione del Titolo V della Costituzione, discutendo dell’Atto del Senaton. 1429 e delle modifiche apportate al Disegno di Legge di Iniziativa Governativa».
«Sotto il profilo del diritto costituzionale – afferma Amedeo Bianco, presidente della FNOMCeO (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri) – l’articolo 117 della Costituzione individua il contesto istituzionale nel quale riconoscere i soggetti preposti all’applicazione dell’articolo 32 della Costituzione stessa. Le evidenze di questi ultimi dieci anni ci consegnano, al momento, uno scenario che non è esattamente in linea con la premessa. Sono note, infatti, le ampie diseguaglianze di tutele della salutenelle varie Regioni e una mappa di applicazione dei LEA [Livelli Essenziali di Assistenza, N.d.R.] alquanto inquietante».
«In attesa delle grandi riforme istituzionali, come quella del Titolo V della Costituzione – dichiara dal canto suo Stefano Rimondi, presidente di Assobiomedica – ci auguriamo che ilPatto per la Salute non resti lettera morta, ma rappresenti il primo passo verso un cambiamento del sistema sanitario, che preveda il riaccentramento di numerose materie sul piano nazionale, garantendo uniformità sull’intero territorio».
E ancora, per Elio Borgonovi, presidente del Cergas (Centro di Ricerche sulla Gestione dell’Assistenza Sanitaria e Sociale dell’Università Bocconi), «sicuramente è rilevante intervenire sul Titolo V della Cosrtituzione, anche con riferimento alla revisione delle funzioni, competenze e poteri dello Stato e delle Regioni in tema di tutela della salute. E tuttavia, è altrettanto importante, anche se mai affrontato, il tema delle conoscenze, competenze e capacità necessarie per gestire le nuove relazioni che si andranno a definire».
Ricorda poi Domenico Iscaro, presidente nazionale di Anaao-Assomed (Associazione Medici Dirigenti), che «nel corso dell’ultimo decennio, le Regioni, in coerenza con una politica federalista e obbligate dai tagli al finanziamento alla Sanità previsto dalle Leggi di Stabilità, hanno avviato profonde trasformazioni dell’offerta dei servizi sanitari, in particolare, adottando nuovi modelli organizzativi della rete assistenziale centrati sull’integrazione a rete degli ospedali. La trasformazione dei luoghi di lavoro ha determinato una conseguente trasformazione dei modi di lavoro dei medici che, colpiti dal progressivo impoverimento delle dotazioni organiche, hanno visto moltiplicati i loro carichi di lavoro e gli obblighi puramente burocratici, con inevitabili ricadute sulla qualità delle prestazioni e sul rapporto medico-paziente. È pertanto fondamentale che la sfida della compatibilità si misuri sul terreno organizzativo, assegnando alla governance clinica un indispensabile ruolo centrale per coniugare sviluppo e qualità dei servizi».
Secondo Francesco De Lorenzo, presidente della FAVO (Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia), «la modifica del Titolo V della Costituzione è di vitale importanza per assicurare a tutti i cittadini, ovunque essi risiedano, uguali diritti per la tutela alla loro salute. Oggi, infatti, tali diritti sono sostanzialmente negati, con conseguenti inaccettabili disparità che vanno dall’accesso ai farmaci, a quello dell’assistenza domiciliare, dalla terapia del dolore alle cure palliative. L’unico strumento per consentire un’inversione di questa tendenza, è l’esercizio dei poteri sostitutivi dello Stato nei confronti delle Regioni, per garantire il rispetto pieno e totale dei LEA».
E anche per Pierluigi Ugolini del SIVEMP (Sindacato Italiano Veterinari di Medicina Pubblica), «il federalismo sanitario ha aperto un fronte di assoluta asimmetria, che rischia di depotenziare l’articolo 32 della Costituzione. Non si generano risparmi che consentano di incrementare le prestazioni, si riducono le prestazioni per insufficienza dei fondi disponibili. Assistiamo, così, a un’incompleta applicazione dei LEA, anche per la mancanza di assetti organizzativi uniformi».
«Il Titolo V della Costituzione – sottolinea infine Felice Bombaci, presidente del Gruppo AIL Pazienti Leucemia Mieloide Cronica – origina una sanità frammentata in tanti sistemi diseguali e l’esistenza di prontuari terapeutici regionali rallenta ulteriormente la già faticosa introduzione dei farmaci nel nostro Paese. In particolare, ai farmaci oncoematologici innovativi dovrebbe essere garantito un accesso rapido e semplificato, poiché salvavita. Auspichiamo quindi una riforma del Titolo V della Costituzione, che garantisca l’universalità dei diritti dei malati, attraverso un coordinamento centrale». (S.G.)
Il programma completo degli Stati Generali della Salute (Art. 117 del Tit. V ed Art. 32 della Costituzione), organizzati per il 25 novembre a Roma dall’Associazione Dossetti, è disponibile nel sito di quest’ultima.
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@dossetti.it.

martedì 18 novembre 2014

Calcolo IMU nel nuovo ISEE: a rischio le prestazioni 2015

L'ISEE 2015 include nel calcolo l'imponibile IMU: ecco come il nuovo indicatore nasconde una nuova tassa sugli immobili.

 Ogni tassa, ogni modifica al Fisco apportata in questi anni dai vari Governi che si sono succeduti sembra nascondere una tassa sugli immobili, che nonostante la crisi del settore immobiliare rimangono uno degli investimenti che più sta a cuore agli italiani. Non fa eccezione il nuovo ISEE, l’Indicatore della situazione economica equivalente che, come denuncia Confedilizia, rappresenta di fatto una nuova tassa sulla casa a danno soprattutto dei piccoli proprietari includendo nel calcolo il valore degli immobili così come definito ai fini IMU. Di fatto molti proprietari di immobili che con le vecchie regole ISEE, basate sull’indicatore che prendeva in considerazione l’imponibile ICI, avevano diritto alle prestazioni sociali agevolate, con il nuovo ISEE che tiene conto dell’imponibile IMU verranno automaticamente esclusi dalle agevolazioni.

=> Nuovo ISEE 2015: cosa cambia

Nel calcolo IMU, infatti, il valore degli immobili è stato elevato del 60% per effetto dell’aumento del valore catastale degli stessi. Dal prossimo anno, quindi, quando entrerà in vigore il nuovo ISEE, molti proprietari di immobili si troveranno a:
  • pagare rate più alte per scuole, università, mense, case di cura per anziani e così via;
  • perdere le agevolazioni su utenze gas, telefono, elettricità;
  • perdere esenzioni dalle prestazioni sanitarie;
  • perdere il diritto agli assegni famigliare e di maternità.

=> ISEE: ecco i modelli DSU in vigore da gennaio 2015

Il tutto nonostante gli stessi proprietari di casa non abbiano visto migliorare il proprio tenore di vita, anzi hanno subito in questi anni una maggiore pressione fiscale proprio a causa delle nuove tasse sugli immobili, IMU in primis. A giovarne saranno invece lo Stato, che a fronte delle minori agevolazioni vedrà aumentare le proprie entrate, e gli Enti locali, visto che il nuovo ISEE avrà effetto anche sui tributi locali. I Comuni potranno infatti concedere riduzioni, detrazioni o esenzioni TARI e TASI sulla base del nuovo ISEE.
Fonte: Confedilizia

PMI

Grillo ha un reddito di 147 mila euro, case in Francia e Svizzera


La dichiarazione arriva sul sito Parlamento.it: per il leader grillino poco più di 7.500 euro al mese. Diverse le proprietà immobiliari, tra cui la villa a Marina di Bibbona
Un reddito complessivo di 147.531 euro nel 2013, che, al netto delle imposte, fanno 91.511 euro l’anno, poco più di 7.500 euro al mese. La dichiarazione dei redditi di Beppe Grillo arriva su Parlamento.it, il sito dove vengono pubblicate, come previsto dalla legge, dichiarazioni di tesorieri e dirigenti di partito. Entrate non da Paperon de’ Paperoni per il leader pentastellato, ma comunque ben distanti dalle affermazioni di Grillo nella celebre intervista a Enrico Mentana del marzo scorso: «Il mio 730 è a zero da quattro anni, sono l’unico che fa politica e ci ha rimesso dei soldi».
Inizialmente, il leader M5S sembrava non esser tenuto a pubblicare la propria dichiarazione dei redditi nell’anagrafe patrimoniale di Parlamento.it, poi una norma inserita nella legge sul finanziamento ai partiti ha cambiato, di fatto, le carte in tavola. Oltre al reddito dichiarato, sul 740 di Beppe Grillo spiccano le diverse proprietà puntualmente riportate sul documento. Prima tra tutte, la villa di Marina di Bibbona, la stessa che Grillo due estati fa affittò per ben 14mila euro la settimana. Villa “Corallina”, questo il nome della proprietà, è provvista anche di posto auto e terreno pertinenziale. Vi sono poi un appartamento a Rimini con box, un box a Valtournenche (in Valle d’Aosta), e un appartamento a Megéve, in Francia, dotato di due posti auto. Grillo possiede anche un appartamento a Lugano, con posto auto e cantina.
Quanto ai beni mobili, il leader M5S dichiara una Mercedes classe A del 2002 e un Suzuki Burgman del 2001, un motociclo con cui più volte Grillo è stato “pizzicato” dai fotografi a Marina di Bibbona. Sul fronte di partecipazioni a società, il leader M5S possiede 10 azioni della Banca Popolare Etica; una quota, corrispondente al 98%, della Bellavista società di Genova -di cui Grillo risulta anche amministratore- e un’altra quota, altrettanto cospicua (99%), della Gestimar S.r.l, società a responsabilità limitata sempre di casa a Genova.
Leggi Grillo ha un reddito di 147 mila euro, case in Francia e Svizzera

venerdì 14 novembre 2014

Legge di Stabilità: IMU-TASI e SISTRI tra gli emendamenti

Ecco i 500 emendamenti alla Legge di Stabilità ammessi: in sintesi, le principali richieste su cartelle esattoriali, Local Tax (IMU-TASI), IMU, SISTRI, Bonus mamme, TFR e tanto altro.

Camera
Cartelle esattoriali a rate, nuove Web e Local Tax, proroga SISTRI ed Ecobonus, rifinanziamento Sabatini Bis, detrazioni IMU sui beni d’impresa: c’è anche questo tra i 500 emendamenti alla Legge di Stabilità rimasti sul tavolo su 3.700 presentati, a cui si aggiungeranno quelli di Commissione e Governo con esame a partire dal 17 novembre. La discussione sulla Legge di Stabilità nell’aula di Montecitorio è invece fissata per il 27 novembre.

Vediamo in dettaglio le principali proposte di modifica.

Debiti fiscali

Un emendamento chiede di rateizzare le pendenze tributarie per dieci anni, con tasso d’interesse agevolato al 3,69% e procedura semplificata: il contribuente non deve dimostrare di essere in difficoltà per ottenere la reteazione ma solo presentare richiesta entro il 30 giugno 2015.
La misura si applicherebbe a più tipologie di debiti: cartelle Equitalia, ingiunzioni dei Comuni, avvisi di accertamento esecutivo e con adesione emessi dall’Agenzia delle Entrate. In pratica, si tratta di un’estensione della possibilità d rateizzazione oggi concessa da Equitalia fino a sei anni, che possono arrivare a dieci in caso di comprovata difficoltà.

=> Equitalia, rateazione precompilata per le cartelle esattoriali

Local Tax

La misura alla fine potrebbe confluire nella Legge di Stabilità. Lo chiedono i sindaci e, dopo un vertice con l’ANCI, l’Esecutivo ha registrato aperture in questo senso. Il Governo assicura l’impegno ad approvare una Local Tax, che sostituisca (e semplifichi) l’attuale sistema IMU-TASI entro il 2015, potendo concretamente rientrare nella Legge di Stabilità.

IMU

Sempre in materia di tasse sugli immobili, c’è la proposta di aumentare la deducibilità IMU dai beni d’impresa, misura che costa 20 milioni d euro per ogni punto in più rispetto all’attuale aliquota del 20%.

Bonus mamme

Ci sono decine di proposte, con richieste che vanno dall’abbassamento del tetto di 90mila euro (al di sotto del quale è previsto il diritto al bonus bebè), all’eliminazione del bonus stesso, destinando le risorse a voucher per gli asili nido e all’estensione del diritto anche ai figli di immigrati irregolari. C’è infine un emendamento del M5S per una detrazione fiscale al 19% per chi assume una baby sitter o una badante.

Bonus busta paga

Sull’aumento da 80 euro c’è un emendamento di SEL che ne chiede l’estensione a pensionati, incapienti e partite IVA; un altro del Movimento 5 Stelle che chiede di dimezzare il bonus a 40 euro utilizzando i fondi restanti per aumentare le pensioni minime.

Altre richieste

  • Web Tax: obbligo di acquistare pubblicità online da partite IVA italiane.
  • SISTRIproroga al 31 dicembre 2015, spostando le nuove regole sul sistema di tracciabilità dei rifiuti dalla Legge di Stabilità ad un Collegato Ambiente.
E poi ancora:
  • IVA al 4% per gli e-book (equiparata ai libri cartacei).
  • Patronati senza tagli.
  • Bollo auto abolito.
  • Fondi pensione: aumento al 15% e non al 20% (oggi è all’11%).

TFR

Respinto un emendamento che chiedeva di lasciare la tassazione separata sull’anticipo del TFR, che in base al testo della Legge di Stabilità viene sottoposto a tassazione ordinaria. No anche all’estensione della liquidazione del trattamento di fine rapporto ai dipendenti pubblici

Fonte PMI Barbara Weisz 14 novembre 2014