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Riparte
il progetto di armonizzazione fiscale>
- Nell’epoca delle dispute fra Unione Europea e quei
governi – Irlanda su tutti – divenuti sorta di paradisi fiscali per le grandi
multinazionali Usa grazie ad un’imposizione fiscale bassissima, torna
d’attualità il tema di una piena armonizzazione a livello europeo sull’imposizione fiscale
per le aziende, una base imponibile comune per tutte le aziende
presenti in più mercati europei.
Bruxelles non vuole che si ripetano casi di evasione fiscale di multinazionali come Apple,
condannata dall’Ue a pagare 13 miliardi in tasse mancate a Dublino che, da
parte sua, paradossalmente non vule essere pagata proprio per mantenere un
regime fiscale favorevole che attragga altre aziende come Apple. Oggi
un’impresa che opera in più paesi europei paga le imposte in ognuno di essi con
lo svantaggio di avere aliquote e sistemi, anche di deduzione, diversi da una
nazione all’altra. Un fardello di costi e perdite di tempo ed energie non
indifferente. Allo stesso tempo i governi sfruttano i diversi sistemi tributari
per farsi concorrenza (o dumping) fiscale e attrarre le grandi imprese facendo
a gara a chi abbassa di più le aliquote, come hanno dimostrato i recenti
scandali come successo in favore di Apple, Starbucks e Amazon.
Mercoledì 26 ottobre, l’esecutivo comunitario sfornerà
due proposte di direttiva per l’armonizzazione fiscale. Il sistema che sarà
costruito in due step temporali distinti, sarà obbligatoria per le grandi
multinazionali e facoltativo per tutte le altre imprese, che comunque saranno
incentivate ad usarlo grazie ai risparmi legati all’imposta unica per chi internazionalizza.
Con l’obiettivo finale di arrivare al consolidamento, ovvero alla creazione
entro sei anni di un bilancio unico europeo per chi ha attività in due o più
paesi dell’Unione. Sarà prevista anche una nuova regolamentazione per la
soluzione delle controversie.
La Commissione Europea, che ha appena approvato un
pacchetto che prevede deduzioni particolarmente alte per chi investe in Ricerca
e Sviluppo, stima che il progetto finirà per rafforzare la crescita del Pil
europeo dell’1,2%.
Le piccole e medie imprese potranno avvalersi della
base imponibile unica solo se lo riterranno vantaggioso. Il commissario agli
Affari Economici dell’Ue, Pierre Moscovici, ha parlato dei benefici che
si potrebbero ottenere con un regime fiscale uniforme in tutta Europa. “Stiamo
proponendo uno schema che simultaneamente possa sostenere l’attività, attirare
gli investitori, promuovere la crescita, e bloccare la grande elusione fiscale”
delle aziende straniere.
Secondo le stime di Bruxelles, gli oneri fiscali per
le multinazionali con le nuove regole scenderebbero del 2%, ma a risparmiare
sarebbero soprattutto le piccole e medie imprese che lavorano in più paesi del
mercato interno con un taglio delle spese fino al 30% sulle tasse pagate
attualmente. Ad esempio, se il 5% delle Pmi decidesse di espandersi all’estero
grazie alle nuove regole secondo la Commissione ci sarebbe un risparmio
complessivo di un miliardo di euro.
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